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Domenica, 28 Aprile 2024
Alimentazione

Cadmio: perché è nocivo per la salute (e in quali alimenti si trova)

Lidl ha richiamato un lotto di riso Carnaroli per la presenza di cadmio oltre il limite consentito. Cos'è il cadmio? Dove si trova? E quali effettivi nocivi può avere sulla salute?

Un lotto di riso Carnaroli della marca Carosio è stato ritirato dal mercato perchè conteneva tracce di cadmio oltre i limiti consentiti. Il Ministero della Salute ha pubblicato un avviso di richiamo a scopo precauzionale per rischio chimico del prodotto venduto esclusivamente nei supermercati Lidl. Il riso "incriminato", con data di scadenza fissata all'11 febbraio 2025 e codice a barre 20505318, è venduto in confezioni da un chilo. Il Ministero della Salute ha informato i consumatori che il prodotto in questione non è idoneo al consumo. Pertanto si raccomanda di: "non consumarlo e riportarlo al punto vendita per il rimborso". Ma cos'è il cadmio? Quali effetti nocivi possono avere sulla salute? E in quali alimenti si può trovare? Ne abbiamo parlato con il nutrizionista Fabio Mariniello.

Dott. Mariniello, cos'è il cadmio?

“Il cadmio è un metallo pesante presente nell'aria, nell'acqua e nel suolo, pertanto può accumularsi nelle piante e negli animali, e quindi negli alimenti. La sua diffusione nell'ambiente può avvenire per cause naturali, come le eruzioni vulcaniche e l'erosione delle rocce, o per attività industriali e agricole”.

Quali sono le principali fonti di esposizione al cadmio per l'uomo?

“Gli ambienti di lavoro industrializzati (e le aree geografiche circostanti), in particolare nel settore metallurgico e petrolchimico. Il cadmio è infatti impiegato nella produzione di plastiche, di acciaio, batterie e componenti elettronici. Ma anche il fumo di sigaretta contribuisce a diffonderlo nell'aria e negli ambienti domestici. Le leghe di zinco sono associate al cadmio e quindi gli impianti e le tubature domestiche in questo materiale possono potenzialmente contaminare acque e case. Tuttavia, le principali fonti di esposizione al cadmio sono gli alimenti, in particolare i cereali (come il riso), le verdure, le noci ei legumi, le radici amidacee e le patate, ma anche la carne ei prodotti a base di carne”.

Qual è la dose settimanale di cadmio ammissibile negli alimenti, secondo l'EFSA?

“L'EFSA ha stabilito che la soglia limite settimanale è di 2,5 microgrammi per Kg di peso corporeo. Rispettando rigorosamente questo limite, non vi sono danni alla salute. Tuttavia, noi assorbiamo solo il 3-7% del cadmio effettivamente presente negli alimenti, con una variabilità importante da persona a persona. Chi è affetto da carenza di ferro, è più esposto al problema a causa della carenza di una proteina protettiva, la metallotioneina”.

Perché i vegetariani sono più a rischio esposizione?

“Vegetariani e vegani sono molto più esposti perché consumano una quantità maggiore di prodotti vegetali. Ovviamente da territorio a territorio i livelli di cadmio cambiano molto, quindi il problema è legato alla provenienza degli alimenti (sebbene nessun prodotto vegetale sia esente). Secondo l'EFSA, superano ampiamente la dose settimanale reputata sicura (anche di 2 volte). In ogni caso non è necessario allarmarsi eccessivamente, perché non si riscontrano gravi intossicazioni in questa fascia di popolazione. I limiti di sicurezza hanno spesso margini ampi e considerando l'incremento di vegetariani e vegani sul totale della popolazione europea, non si registrano avvelenamenti da cadmio considerevoli”.

Quali sono gli effetti sull'organismo che derivano da un'esposizione eccessiva al cadmio? 

“Il cadmio, come altri metalli pesanti, rappresenta un problema serio per l'apparato scheletrico, in quanto compromette la normale mineralizzazione delle ossa. Influisce anche sull'emopoiesi. Il fegato non è esente da danni, ma essendo un organo ad altissimo tasso di rigenerazione e molto resistente, non è il primo organo a mostrare segni di danno. Risulta anche dannoso per i reni, compromettendo la capacità di riassorbimento ed espulsione dei sali. In particolare, guasta il rapporto calcio/fosforo, con conseguenze significative proprio per le ossa. È stato classificato dallo IARC come probabile cancerogeno (categoria 2A) sebbene gli studi a riguardo abbiano dato risultati contrastanti. È difficile raggiungere una soglia di tossicità acuta letale, mentre i danni si manifestano nel cronico, con piccole ma costanti esposizioni. Il cadmio si accumula in tempi lunghi e viene smaltito in un range che oscilla tra i 10 ed i 35 anni dal corpo. Vien da sé che il problema si manifesta maggiormente nelle persone anziane (e nei bambini), a maggior ragione se i reni e le ossa sono già compromesse per cause naturali o secondarie”.

Come possiamo ridurre l'esposizione al cadmio?

“Vivendo lontano da stabilimenti metallurgici e petrolchimici. Smettendo di fumare e stando distanti dalle persone mentre fumano. Consumando dosi normali di verdura e frutta secca, senza cadere negli eccessi. Variando spesso il luogo di acquisto dei prodotti ortofrutticoli, allargando in questo statisticamente l'area di provenienza del cibo che mettiamo in tavola. In questo caso, senza informazioni precise sui terreni agricoli, il Km 0 potrebbe essere un problema. Non comprando prodotti agricoli da terreni che siano vicini a zone industriali o che abbiano ospitato in passato complessi e fabbriche senza bonifica”.

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