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Lunedì, 29 Aprile 2024

Undici feriti tra traumi cranici e punti di sutura, ma la protesta contro la guerra a Napoli non si ferma

Venerdì, alle 9.30, a Piazza Garibaldi nuova manifestazione in occasione della fine dei lavori del G7 di Napoli. "Ci hanno picchiati mentre eravamo a terra. Ridevano. Una violenza assurda", dicono i giovani feriti ieri

hanno fatto il giro d'Italia e anche del mondo le immagini di Simone, 25 anni, studente di ingegneria, col volto coperto di sangue e circondato da poliziotti in tenuta antisommossa. Simone è uno degli 11 giovani rimasti feriti ieri, secondo il conteggio fatto dagli stessi manifestanti: con lui Manuela, 23 anni, che mostra i segni evidenti di un trauma cranico, oltre che una ferita lacero contusa alla spalla; Francesco, 20 anni e 5 punti al centro della testa che mostra tra l'incredulo e il dolorante e altri 8 giovani, che hanno riportato diversi traumi, qualcuno anche fratture alle dita, che stamane non erano presenti alla manifestazione per ribadire il no fermo e deciso dei manifestanti alla guerra contro la Palestina.  

Il racconto dei feriti

"Eravamo su via Toledo. Volevamo solamente ribadire il nostro No alle guerre e alla posizione della NATO che continua ad alimentare conflitti nel Blocco - racconta  Simone, 25 anni, studente di Ingegneria alla Federico II - Si è schierato un reparto della Celere al termine di via Toledo, per impedirci di passare. Ci sono venuti contro ed hanno evitato, con gli scudi e poi con i manganelli, di farci passare. La Celere non ha nemmeno ascoltato i propri dirigenti. Era stato detto di utilizzare solo gli scudi, ma si vede chiaramente dei video della stampa che la Celere è partita subito, manganellando e poi rincorrendo i ragazzi e gli studenti che erano in piazza. La paura è stata davvero tanta perché - e qui il racconto di Simone si fa difficile e i suoi occhi di giovane uomo si fanno lucidi -  hanno risposto in maniera molto forte e molto molto aggressiva, da subito brandendo i manganelli e da subito rincorrendo i ragazzi. Diversi sono caduti e ci sono i video della polizia che continuava a menare sui corpi dei ragazzi e delle ragazze a terra".

Francesco, 20 anni: "Caricati e manganellati"

"Presi, caricati e manganellati dalle forze dell'ordine - racconta Francesco, 20 anni - io ho avuto 5 punti (e mostra la vistosa ferita al centro della testa), una prognosi di 10 giorni e ho dovuto fare una TAC. Sono stato inseguito da un poliziotto durante gli scontri"

"Almeno 60 celerini per un corteo di neanche 50 persone"

"Un dispiegamento di almeno 60 celerini per un corteo di 50 persone scarse - dice Manuela, 23 anni, un occhio nero, i segni evidenti di un trauma cranico e una vasta contusione alla spalla".

Manifestanti feriti-2

"È il momento di schierarsi"

"Crediamo sia arrivato il momento di schierarsi - dice a NapoliToday Davide Dioguardi, portavoce dei manifestanti -  crediamo non sia più il momento di tentennare. Quello che si sta consumando in Palestina è un genocidio: non è la guerra tra pari che si prova a raccontare su alcune grandi testate giornalistiche o tra i banchi della Camera dei Deputati e del Senato. E crediamo che il rettore Lorito in questo momento debba compiere un atto di coraggio, sospendendo e ritirando gli accordi con Israele. Se non lo farà, vorrà dire che non ha alcun problema dinanzi alle immagini dei bambini dilaniati dalle bombe del criminale Benjamin Netanyahu".

Manifestanti feriti

Di nuovo in piazza

Venerdì 19 Aprile si tornerà a manifestare. Questa volta a Piazza Garibaldi, la mattina, verso le 9.30, in occasione dello sciopero globale per il futuro e nell'ultimo giorno delle dei lavori del G7 dei ministri degli Esteri sull'isola di Capri. "Un G7 - dice Dioguardi - che si pone sulle scacchiere internazionali dove si parla di guerra globale, dove si parla di escalation militare, dove si parla di finanziamento alle armi e finanziamento alle armi vuol dire più povertà, vuol dire meno soldi per la transizione ecologica, meno soldi per i diritti. E allora ci chiediamo con quale faccia queste persone vengano a 40 minuti di traghetto da Napoli a parlare appunto di simili argomenti".

Ferito anche tra i poliziotti

“Al collega rimasto ferito ieri (prognosi 10 giorni) negli scontri di Napoli va la nostra profonda solidarietà. La violenza non è mai giustificata”. Ad affermarlo sono il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni, e il Segretario Provinciale del SAP di Napoli, Ernesto Morandini, all’indomani degli scontri registrati tra polizia e manifestanti anti Nato e pro Palestina. “Auspichiamo - proseguono Paoloni e Morandini - che il Parlamento calendarizzi il prima possibile i Disegni di Legge con le norme a tutela dei servizi di ordine pubblico. In particolare, riteniamo indispensabile la previsione di un’area di sicurezza di due metri inviolabile al fine di evitare preventivamente il contatto tra gli operatori delle forze dell’ordine e i manifestanti”.

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