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Femore rotto da 18 mesi, dall'Ucraina a Napoli per operarsi: "Grazie di cuore"

Tatiana non era più in grado muoversi e nel suo Paese, dove gli ospedali lavorano senza elettricità, non potevano ricoverarla. L'intervento è stato effettuato dai medici del Policlinico Vanvitelli

Quando ha visto entrare il console del suo paese nella stanza dov'è ricoverata, Tatiana non è riuscita a trattenere le lacrime. Non può ancora muoversi, sta svolgendo la riabilitazione dopo un'operazione al femore. Non un'operazione banale perché Tatiana quell'osso se l'è rotto in Ucraina ben 18 mesi fa. E se la guerra che conosciamo noi è cominciata a febbraio 2022, nel Donetsk, la regione da cui arriva, dura già da diversi anni. 

"All'inizio la situazione era normale - racconta la donna, 60 anni - poi, con il passare del tempo, è peggiorato tutto. Quando sono arrivata a Kiev non c'era più l'elettricità. Mio figlio mi ha detto che sarebbe stato necessario andare in Italia per operarmi. Ma era troppo costoso e molto complicato". Così, la famiglia di Tatiana si mette in contatto con conoscenti che vivono a Napoli, i quali a loro volta raccontano la storia ad Adriano, un imprenditore farmaceutico che non ha voluto rendere pubblico il suo nome. 

E' lui a fare il nome di Tatiana ai medici del Policlinico Vanvitelli di Napoli che attiva il protocollo per i profughi. La donna ucraina è arrivata a Napoli in bus con il femore rotto da un anno e mezzo. "E' stato un intervento complesso - spiega Giuseppe Toro, dirigente medico del Policlinico - perché non era più in grado di deambulare. I tessuti muscolare e osseo erano atrofizzati dal non uso, quindi abbiamo sostituito la porzione fratturata del femore con una protesi". 

Dopo la riabilitazione a Villa Angela, Tatiana spera di tornare in Ucraina, anche se la situazione resta critica: "Ringrazio tutti, di cuore. Ringrazio il signor Adriano, il dottor Giuseppe Toro, gli italiani per l'accoglienza che stanno riservando alla nostra gente". Per il console generale ucraino a Napoli Maksim Kovalenko "...questa storia dimostra ancora una volta il cuore grande di questa città". 

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