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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Pompei

Danni agli Scavi di Pompei: "Ponteggi, infiltrazioni e vandali"

Responsabili anche i dumper, i veicoli utilizzati per spostare materiali nell'ambito dei lavori di restauro e messa in sicurezza delle domus e degli altri monumenti a rischio crolli

Infinite ferite per gli Scavi di Pompei. Nuovi danni all’interno del più importante sito archeologico vesuviano, soprattutto nel basolato originale delle strade. La responsabilità, come riporta Gimmo Cuomo del Corriere del Mezzogiorno, sarebbe attribuibile ai dumper, i veicoli utilizzati per spostare materiali nell’ambito dei lavori di restauro e messa in sicurezza delle domus e degli altri monumenti a rischio crolli.

I danni sono ovunque: nella zona del foro triangolare alla via Menandro, all’incrocio tra la via dell’Abbondanza e la via Stabiana, nella zona dei teatri e nel larario all’interno della Casa della Regina d’Olanda dove appare rovinata la parte centrale dell’affresco.

Impossibile non ricordare i crolli, come quello della Schola armaturarum nel novembre del 2010, i numerosi atti vandalici compiuti da visitatori (alcuni tra l'altro impegnati a rubare reperti), la vicenda degli adesivi dei crocieristi. E ancora: le infiltrazioni d’acqua, dovute alla pioggia, che hanno seriamente danneggiato il mosaico sul pavimento della domus di Giulio Polibio, paradossalmente proprio mentre l’edificio era chiuso al pubblico per lavori di restauro. A favorire l’incidente, una finestra rimasta aperta.

A fine gennaio, si è distaccata una porzione in pietra lavica di parte di una colonna pertinente al portichetto di ingresso di una casa nei pressi di Porta Marina. Risale infine a pochi giorni fa la caduta di due alberi per fortuna senza conseguenze per i monumenti della città antica. Solo poco prima, un funzionario del Ministero per i beni culturali aveva lanciato un allarme sullo stato di salute degli Scavi di Pompei "a rischio a causa della massiccia presenza di visitatori". A riferirlo durante un convegno Adele Lagi, funzionario dell’ufficio Unesco del Mibac.

Ma la speranza che qualcosa possa migliorare c'è. A partire dall'inaugurazione, a breve, di cinque nuove domus restaurate: quelle di Giulia Felice, di Ottavio Quartione, di Marco Lucrezio, del Frutteto e di Venere in conchiglia. L'area visitabile passerà così a circa 22 ettari, ovvero la meta dell'intero sito archeologico.

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