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Napoli, allarme dei carabinieri: "Emergenza criminalità giovanile"

Nella conferenza stampa di fine anno il generale Scandone, comandante provinciale dell'Arma, si dice preoccupato per l'aumento dei reati tra i minorenni

"Siamo preoccupati per l'aumento della criminalit giovanile. Il post Covid ci ha restituito un quadro allarmante". Parole del generale Enrico Scandone, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli durante la conferenza stampa di fine anno dell'Arma. L'emergenza giovanile, con il presidio delle zone della movida è uno dei principali impegni nel report redatto dai militari. Un anno che, comunque, ha visto raggiungere importanti risultati alle forze dell'ordine. 

Controllo del territorio

Un primo sguardo ai numeri del 2022 fornisce una panoramica statistica sulla città e la provincia partenopea: 3.090 gli arresti, 13.926 le persone denunciate in stato di libertà. Un risultato legato strettamente alla sferzante attività di controllo del territorio: 135.853 i servizi preventivi svolti durante l’anno, 470.464 le persone controllate, 258.065 i veicoli passati al setaccio.

Sono stati 580 i servizi “alto impatto” organizzati nel corso dell’anno, 290 quelli dedicati alle zone della “movida” durante i quali sono state controllate oltre 30.000 persone e ispezionati circa 700 esercizi pubblici.

Una presenza percepibile che ha consentito capillarità sul territorio. Prossimità che in alcune circostanze è valsa il salvataggio di vite umane. Il caso più recente ci porta nel quartiere Barra dove un bambino ha perso i sensi. I familiari lo hanno portato di corsa in ospedale rimanendo imbottigliati nel traffico cittadino. Due militari della locale stazione, di pattuglia, hanno notato l’auto rombare tra gli altri veicoli e hanno fatto loro strada conducendoli al pronto soccorso in tempo utile.

E ancora, una pattuglia della stazione di Capodimonte è intervenuta lungo il ponte di San Rocco dove una 20enne minacciava il suicidio. La prontezza e il sangue freddo di un maresciallo donna hanno fatto la differenza, trascinando la giovane in salvo, lontano dal vuoto che la attanagliava.

E’ stato costante l’impegno dei militari del provinciale di Napoli durante l’emergenza ischitana. Un  impiego che non si è risparmiato durante la ricerca dei dispersi e che è tuttora in corso nel sostenere la popolazione dopo la tragedia.

Criminalità organizzata

Nel novero degli arresti anche le misure cautelari emesse dai Tribunali del territorio su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e delle Procure di Napoli, Aversa, Nola, Torre Annunziata. Molte di queste hanno colpito duramente i gruppi camorristici del territorio. Tra le operazioni più importanti quella di Caivano che ha visto in manette 33 persone in un area considerata la piazza di spaccio più grande d’Europa. L’ennesima stangata al clan Sautto Ciccarelli, inferta da magistratura e carabinieri.

Di assoluto rilievo il fermo eseguito il 7 dicembre scorso a carico di 3 elementi di spicco del clan Mazzarella. Il provvedimento è stato applicato a Mazzarella Michele, Mazzarella Ciro e Barile Salvatore, in quanto ritenuti gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso in qualità di vertici del noto clan Mazzarella e di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Tra le più recenti quella che il 28 novembre ha duramente colpito 63 persone legate al cartello camorristico De Luca Bossa – Casella – Minichini – Rinaldi – Reale. Un’operazione coordinata dalla direzione distrettuale antimafia partenopea ed eseguita dai Carabinieri con la collaborazione della polizia di stato che ha documentato l’attività di un gruppo criminale nell’area ad est del capoluogo campano. Associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi i reati contestati agli indagati.

E’ del 3 novembre scorso, invece,  il blitz che ha inferto un duro colpo al clan “Sangermano”, operante nell’agro nolano: 25 le persone raggiunte da misura cautelare. I militari del nucleo investigativo di castello di Cisterna, coordinati dalla Direzione distrettuale Antimafia napoletana, hanno documentato condotte estorsive poste in essere dal sodalizio attraverso l’imposizione di articoli caseari a numerosi esercizi commerciali della zona, nonché l’induzione degli imprenditori all’acquisto di provviste per l’edilizia da una sola rivendita di riferimento.

Ha destato molto interesse l’operazione eseguita il 18 ottobre dai militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. Coordinati dalla procura partenopea i carabinieri hanno smascherato un’associazione per delinquere, radicata nel capoluogo partenopeo, finalizzata specificamente all’introduzione illegale di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti all’interno della Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale.

Cattura dei latitanti

Quindici i latitanti arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Napoli in poco meno di un anno: ricercati in Italia e all’estero, arrestati grazie al monitoraggio del web – il cosiddetto  web patrolling – e alle indagini tradizionali sul campo.

Il risultato più importante è senza dubbio l’arresto di Bruno Carbone, narcotrafficante internazionale, latitante dal 2013 e localizzato a Dubai. Un’operazione congiunta con altre forze di polizia che ha permesso la cattura di Carbone sulla cui testa pende una condanna a 20 anni di reclusione.

Come Carbone, inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi (ex lista dei 100), Vincenzo Cinquegrana, arrestato l’aprile scorso. In fuga dal 2013, Cinquegrana è stato individuato e fermato in Spagna, sulla base delle informazioni acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli che hanno determinato l’attivazione dell’unità Fast spagnola attraverso il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia.
I Carabinieri, grazie ad un meticoloso monitoraggio del web, hanno individuato dei profili social riferibili al latitante che hanno consentito di ricostruire e documentare la sua rete relazionale e le sue abitudini. Grazie al continuo scambio informativo con la polizia spagnola, i Carabinieri e l’Unità Enfast hanno così scovato il luogo dove Cinquegrana viveva ormai da tempo e bussato alla sua porta:   L’Hospitalet de Llobregat, una cittadina a pochi chilometri da Barcellona dove vive la compagna.

L’arresto di Cinquegrana e Carbone fa il trio con quello fatto in Tunisia negli ultimi giorni del 2021. A finire in manette giusto un anno fa Gaetano Guarino, anche lui inserito nella lista dei latitanti più pericolosi. Guarino è considerato un broker del narcotraffico, slegato da organizzazioni di tipo mafioso ma promotore di un gruppo criminale che si occupava di importare stupefacenti dall’estero verso l’Italia. Grazie ad una fitta rete di fiancheggiatori distribuiti in diverse nazioni, il 57enne gestiva il transito della droga - generalmente eroina - dalla Turchia fino alla provincia di Napoli, passando per la Grecia.

Interdittive antimafia 

La lotta alla criminalità organizzata corre di pari passo con il monitoraggio degli enti comunali e locali, spesso preda di condizionamenti. Su proposta del comando Provinciale di Napoli la Prefettura ha sciolto quest’anno i comuni di Castellammare di Stabia, Torre annunziata e San Giuseppe Vesuviano.

Trentaquattro le misure interdittive che la Prefettura ha inteso applicare su indicazione dei carabinieri partenopei che hanno limitato di fatto limitato la capacità giuridica delle società imprenditoriali destinatarie.

Durante l’anno è stato dato maggiore impulso al contrasto delle infiltrazioni mafiosi nel settore delle onoranza funebri, consentendo l’emissione da parte del Prefetto di Napoli di 5 provvedimenti interdittivi, dei quali quattro nei confronti di società riconducibili al clan “Forino”, ed uno nei confronti di una società riconducibile sia al clan “Forino” che  al clan “Cesarano”

Traffico di stupefacenti

A partire da gennaio i militari hanno arrestato o denunciato per detenzione di stupefacenti o spaccio più di 900 persone, 15 i baby pusher. Lotta allo spaccio che non deve trascurare i 2.170 “acquirenti”  segnalati alla Prefettura, moltissimi dei quali al di sotto della soglia della maggiore età. La droga è il fulcro di un business milionario, spesso gestito dalla criminalità organizzataNel corso del 2022 i carabinieri del comando provinciale napoletano hanno sequestrato ben 14.556 chili di sostanza stupefacente. Oltre 14 tonnellate di droga sottratte al “mercato”: 677 chili di cocaina, 8 di eroina, 3615 chili di hashish e oltre 10 tonnellate di cannabis e marijuana.

Il reddito di cittadinanza

Tra le attività più rilevanti del Comando Provinciale partenopeo quella che ha visto nei guai migliaia di persone per percezione indebita del reddito di cittadinanza. In poco più di un anno sono state riscontrate 4.307 posizioni irregolari: 1.556 le persone denunciate per un buco nel bilancio statale di quasi 15 milioni di euro. Un’inchiesta suddivisa in tre tranche che ha raccontato di migliaia di “furbetti” lungo l’intera provincia.

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