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Covid-19, Tarro controcorrente: "Il 98 per cento dei contagiati è asintomatico"

Il primario emerito del Cotugno predica calma: "Bisogna occuparsi della pandemia ma non diffondere il panico. Purtroppo in giro ci sono pochi virologi e troppi tuttologi. Posti letto? Dal 1997 al 2015, l'Italia li ha dimezzati"

Osannato dal alcuni, osteggiato da altri. Sicuramente la figura di Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, primario emerito dell'Ospedale Cotugno di Napoli, è una di quelle che fa discutere. Da sempre in antitesi con i colleghi più preoccupati dall'emergenza Coronavirus, Tarro continua a predicare calma. Lo fa anche dall'Istituto degli studi filosofici di Napoli, dove è intervenuto a commentara l'inchiesta 'Covid-19: l'altro racconto' dei giornalisti Massimo Ammendola e Alberto Francesco Sanci, un lavoro che critica l'eccessivo catastrofismo intorno al tema della pandemia. 

"E' vero - spiega Tarro - che i contagi stanno crescendo. Ma dobbiamo considerare che si effettuano oltre 170mila tamponi al giorno. E' chiaro che, in questo modo, si vanno ad intercettare più casi. Ma bisogna spiegare alle persone che il 98 per cento dei contagiati risulta asintomatico".

Da tempo, il professore sostiene, in disaccordo con una buona parte della categoria medica, che gli asintomatici non siano contagiosi. La disparità delle valutazioni tra le diverse scuole di pensiero è tra i principali fattori di spaesamento della popolazione: "L'origine di questo problema è che viene considerato virologo chi non lo è. I virologi sono pochissimi, gli altri sono tuttologi che servono a poco. Il Governo dovrebbe affidarsi solo ai virologi che hanno esperienza di campo" . 

La preoccupazione sull'esaurimento di posti letto, per il primario emerito, è eccessiva: "Va precisato che dal 1997 al 2015, l'Italia ha dimezzato i posti letto. A gennaio, quando in Cina è esplosa l'epidemia da Coronavirus, mentre altri Paesi li hanno aumentati, nel nostro non è stato fatto nulla. Solo a marzo, quando siamo stati travolti dall'onda ci si è mossi. Oggi, vediam esaurirsi i posti destinati al Covid, ma la popolazione deve sapere che quella è solo una minima parte delle terapie intensive e dei posti letto che il nostro sistema può garantire per tutte le altre patologie". 

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