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L'agonia delle Fontanelle. Cimitero chiuso da quasi due anni

Prima il Covid, poi i problemi strutturali e i lavori mai completati per la messa a norma. I negozi che prima sopravvivevano con il flusso di turisti oggi stanno chiudendo. Tra rifiuti e buche, la zona appare del tutto abbandonata

Gli abitanti delle Fontanelle guardano tutti i giorni il cancello chiuso del Cimitero monumentale, quello delle anime pezentelle, chiuso ormai da tempo. Una chiusura che vuol dire rinunciare a più di mille visitatori al giorno nei periodi di alta stagione. Turisti che mangiavano, bevevano e intorno ai quali si era costruita una piccola economia.

C'è stato un momento, fino al marzo 2020, che residenti e commercianti di via Fontanelle hanno creduto che anche per loro potesse arrivare la rinascita che aveva già coinvolto un'altra zona della Sanità, quella dei Miracoli. Invece, il Rione è rimasta spaccato a metà, con le luci accese solo fino al Ponte lasciando il resto nel buio.

Le saracinesche si chiudono una alla volta e anche le botteghe storiche stentano a resistere. Il Cimitero ha subito una prima chiusura, come il resto dei siti culturali, per l'emergenza sanitaria. Ha riassaporato una breve riapertura nell'estate del 2020, ma di li a pochi ha richiuso i battenti a causa di una denuncia dei carabinieri del Noe in seguito al rilevamento di problemi strutturali. 

C'è voluto più di un anno perché l'Amministrazione comunale trovasse i soldi per le indagini geologiche e per operazioni relative l'accessibilità ai disabili. Per garantire la riapertura, bisognava infine eseguire la messa a norma dell'impianto elettrico. Da quanto si apprende da fonti interne alla Terza Municipalità (il Cimitero cade nel quartiere Avvocata, ma la strada è competenza del parlamentino di Stella-San Carlo), l'Ufficio Cultura del Comune di Napoli avrebbe chiesto per mesi alla Napoli Servizi, un preventivo per i lavori. Preventivo che non è mai stato fatto, nonostante si trattasse di una cifra di 15-20mila euro, condannando il Cimitero delle Fontanelle a restare chiuso. 

Al momento, nessuno ha idea di quando potrà essere riaperto. Nel frattempo, cittadini e commercianti intervistati nel video che vi proponiamo, raccontano di un quartiere che sta morendo lentamente. Un quartiere tra i pochi a non rientrare nel programma delle luminarie natalizie, dopo lo spazzamento delle strade è un'utopia e sono saltate decine di sampietrini dal manto stradale. 

"Avevamo creduto in un futuro migliore - racconta Ciro, macellaio storico - Io e mia moglie avevamo cominciato anche a preparare i piatti caldi per i turisti e stava andando benissimo. Poi, è finito tutto. Ci hanno abbandonato. Oggi, viviamo alla giornata".

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