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Lunedì, 29 Aprile 2024

Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

I nuovi “mestieri” di Napoli

Il calzinaio, il tarocchiere e lo scacciamolocchio

Un tempo Napoli era conosciuta nel mondo anche per i tanti mestieri tipicamente partenopei che si svolgevano per le sue strade. Chi dei vecchi napoletani non ricorda l'arrotino o l'olivendolo o l'impagliaseggia, per citarne alcuni, attività artigianali che venivano praticate, trasmettendole sovente di padre in figlio, per strada o recandosi di casa in casa. Adesso, che, con l'era del consumismo sfrenato e con la crisi del lavoro, molte di queste attività sono del tutto scomparse, ed altre, come il calzolaio o l'arrotino, sono in via d'estinzione, per le strade di Napoli si assiste al proliferare di nuovi "mestieri" che però, si badi bene, non sono il prodotto di attività artigianali ma un modo come un altro per sbarcare il lunario. E' così si assiste al proliferare di giovani che in maniera anche petulante abbordano i passanti per vendere calzini, ed ecco nascere il "calzinaio"; altri personaggi che, seduti su di una panchina o su di uno sgabello, si danno, sulla pubblica via, alla lettura estemporanea delle carte, ed ecco " il tarocchiere ". Per ultimo al Vomero un signore con una scatola di sale doppio aperta, prendendone manciate, le lancia addosso ai passanti, gridando " un poco di sale per scacciare il malocchio", e subito è stato denominato, con la fantasia tipicamente partenopea, lo "scacciamalocchio".

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I nuovi “mestieri” di Napoli

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