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Lunedì, 29 Aprile 2024
Napoli, quando eri la padrona del mondo...

Napoli, quando eri la padrona del mondo...

A cura di Januaria Piromallo

Il maestro Mimmo Paladino ed io sul set de La Divina Cometa. Come in un presepe. Ma non sono la Madonna

E il cinema Posillipo di fresco restauro diventa il nostro cinema Paradiso

Anzi lo sono. Sono una delle sue Madonne che non sorridono mai, che hanno la schiena spezzata dalla fatica. Sono le poverecriste scese dalla croce di una vita miserabile nei loro villaggi sperduti che, abbracciando la croce della sopravvivenza,  sbarcano sulla spiaggia di Lampedusa.  Una di queste barche Mimmo l’ha voluta nel paesino diroccato di Apice nel beneventano. Fino alla piazza ricoperta di polvere dorata. E dall’inferno (quotidiano di ognuno di noi) uscimmo a riveder la stelle. Anche la famigliola di senza tetto protagonista del film è al ricerca della casa promessa.

Io e altre “ madonne" siamo vestite di stracci davanti a noi sfila  una processione di sventurati e peccatori che si trascinano in catene e cappuccio in testa, recitano le litanie e si battono il petto in segno di redenzione. Cumuli di scarpe e vestiti a brandelli è quello che rimane dalle odissee in mare dei migranti. La scena è di potenza evocativa amplificata dalla musica di Philip Glass.  Sulla parete  di monito la scritta dantesca: Lasciate ogni speranza voi che v’entrate. 

Proiezione speciale al cinema Posillipo di fresco restauro grazie all’impegno di Alessandro e Andrea Cannavale, figli d’arte, figli del formidabile attore di teatro Enzo, che sono anche i produttori de La Divina Cometa insieme a Film Commision. Serata  specialissima per i 75 anni del maestro. Auguri sulle note festanti dei zampognari. E il Nuovo Cinema Posillipo, poltrone comodissime e servizio bar, diventa il nostro cinema Paradiso.

Lavorare con Mimmo, sempre attratto dal senso di profondità e di mistero, è stata un’esperienza fantastica. Unica.  Venivo dal set di Roman Polanski, altro grande maestro. Per una che non ha mai voluto fare l’attrice mi sono sentita due volte in paradiso. Con Roman ho interpretato me stessa, dunque né una madonna, né una santa nel film “The Palace”, una black commedy feroce che butta giù dal piedistallo il mondo finto/dorato del jet set. 

Mimmo, profeta della Transavanguardia, e Roman, Premio Oscar,  cosi’ lontani, eppure cosi’ vicini nella genialità visionaria.

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 Evviva la contaminazione di genere. La Divina Cometa, titolo che allude al capolavoro dantesco, è la rilettura  in chiave contemporanea della Divina Commedia, una sorta di sacra rappresentazione, un presepe di personaggi che non dimentica la lezione di Natale in casa Cupiello di Eduardo Come nel presepe si mescola alto e basso. Nell’alto ci sono gli angeli, nel basso ci sono le lavandaie. Il girone dantesco diventa il  mattatoio dove  Toni Servillo è il dannato conte Ugolino.  I tre re magi portano in dono la musica, la poesia, la pittura. E poi c’è anche il quarto re  che porta il “Nulla”, ma il nulla è anche il tutto, perché è lo spazio vuoto da riempire.  Con le tre Furie, gli dà voce e anima una ammaliante Cristina Donadio. La gestazione è stata lunga, cominciata durante il lockdown, Eduardo Cicelyn, fondatore del Museo Madre, gallerista di Mimmo,  funambolo della parola scritta, ha dato corpo alla sceneggiatura. La Divina Cometa è corale, si  recita en famille. Ginestra Paladino e i suoi figli, Leandro, Ettore e Pietro. Bravissimi. Leandro e Azzurra sono Paolo e Francesca del celeberrimo "Amor  ch'a nullo amato amar perdona?”.

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Cesare Acetta non è solo il direttore della fotografia, la sua ricerca della luce diventa un viaggio filosofico. Per lui il cinema è scolpire la luce. La Divina Cometa è anche un libro con bellissime fotografie di Pasquale Palmieri. 

Per chi trova indigesti i cinepanettoni, ecco la “Divina Cometa” il 24 dicembre su Sky alle 21.15 per illuminarci La Via. 

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Il maestro Mimmo Paladino ed io sul set de La Divina Cometa. Come in un presepe. Ma non sono la Madonna

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