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Lunedì, 29 Aprile 2024
Napoli, quando eri la padrona del mondo...

Napoli, quando eri la padrona del mondo...

A cura di Januaria Piromallo

Cin Cin, gli auguri istituzionali Acen si fanno con anema e’ core. E spunti di riflessione

Se non conoscevate l’Acen, che sta per Associazione Costruttori Edili di Napoli e Provincia, adesso scoprite una realtà solida, di ampie vedute, la più’ rilevante del made in Sud. Sono tutti qui riuniti a Palazzo Partanna, un gioiello settecentesco affacciato sul salotto buono di piazza de Martiri. Al buio di luminarie natalizie. Il buio è metaforico, è il vuoto istituzionale che ci avvolge. Le istituzioni se ci sono se ne stanno nascoste. Anfitrione the president Angelo Lancellotti, quarta generazione di costruttori. Si stringono mani, si fanno alleanze, si fissano appuntamenti pubblici e incontri riservati, si mettono mattoncini per futuri progetti. Mi guardo intorno, il futuro della città è nelle loro mani, gli alfieri della sfida. A Napoli manca il senso dell’impresa, mi tuonano ancora in testa le parole del saggista napoletano Antonio Galdo che vive a Roma e si occupa del suo blog “Non Sprecare”. Fa da controaltare a “Roma fai schifo”, una bacheca pubblica per mettere insieme indignazione collettiva. A Napoli puoi viverci in vacanza o da pensionato, continuava desolato il coro di amici. E invece loro resistono, pianificano e tutelano. Resiste chi ha un storia familiare alle spalle. Siamo lontani anni luce dal laurismo, dall’ottierismo, che dagli anni ’50 in poi, nell’euforia del dopo guerra, hanno sventrato il centro storico della città piu’ bombardate d’Italia ( 101 bombardamenti. Abbiamo preso mazzate dagli alleati e dai nazisti. I palazzinari hanno fatto scempi edilizi. Nata nel 1946 come associazione tra aziende private ( anche mio padre costruttore negli anni ’70 ne ha fatto parte). Senza scopo di lucro, leggo…. Intrattiene rapporti con Autorità pubbliche o Enti statali, parastatali... Leggo e mi chiedo come faranno? Intrecci tra pubblico e privato, è come muoversi fra punte di iceberg. O si sciolgono o si va a sbattere contro. Ma visto che siamo alle pendici del Vesuvio la materia si fa incandescente. L’ingegnere Antonio Brancaccio, impresa di costruzione leader, è limpido e sobrio: “ L’imprenditore al Nord é trattato con più rispetto. Se entra in banca per un prestito gli stendono un tappetto rosso. Al sud lo fanno sentire un prenditore… ma qualcosa sta cambiando”. E tiro in ballo la questione meridionale, mannaggia a Garibaldi che ci unificò…

Chi sale e chi scende

 A Napoli è un ‘impresa pure installare un ascensore. Sono nel posto giusto. Dalla “ tombola" dei nomi ne esce uno: Del Bo. Dal 1908 progettano e installano: dalla gestione familiare (che è ancora il loro punto di forza) sono diventati un impero. La forza del clan, al timone ci sono le donne di famiglia, Stefania, Eva, Serena e Sara. Un bellissimo esempio di imprenditoria matriarcale made in sud. Chi sale e ch scende e chi resta in cima.

Come era, come è diventata

Dal buffet di parmigianine e frittatine sposto l’occhio sulla bellissima foto di Luca Di Martino (è la terza generazione della scuderia di razza Brancaccio che già scalda i motori). Quel gioco simmetrico di marmi della Galleria Umberto I vista dall’alto è una meraviglia. Ma nel confronto con la gemella di Milano Vittorio Emanuele il nostro fiore all’occhiello è appassito (anche se l'altezza della cupola napoletana è sovrastante di circa 10 metri). A Milano brillano le griffe, Prada, Moncler, Tods…da noi, dormitorio dei senza tetto, mosaici, vetrate e pavimenti sviliti anche dalle inutili promesse di rilancio urbano. Al posto di ristoranti stellati una infinita tavolata della mangiatoia Mc Donald. A me passa l’appetito. Pensavo che la foto fosse stata scattata negli anni ’60. Invece è di qualche anno fa. Non ci resta che sorridere con il notaio Luigi Di Persia, magnifico studio affrescato che si affaccia in galleria. E sul bello della diretta delle partite di calcio tra scugnizzi che utilizzano i cancelli dei portoni come porte. Noi esportiamo foklore e le televisioni di mezzo mondo le riprendono. A Napoli ogni abuso diventa lecito. A Di Persia intanto tocca cambiare ciclicamente la targa in ottone del suo studio perché viene ammaccata dalle pallonate. Muto e’ fortunato, perché la sua insegna è posizionata subito sotto, e li’ il portiere riesce a parare. Nagorà: doppi auguri per il blog/forum: otto anni di pensiero lilbero e critico sulla società (in)civile voluto da Francesco Tuccillo, allora presidente dei costruttori edili napoletani. Ci scriveva anche il filosofo Aldo Masullo e ci scrive Paolo Macri, opinionista con briciole di speranza. Tra l'in e la c ho messo parentesi ma non ci dovrebbe essere. Prima o poi cadrà.

Cin Cin, gli auguri istituzionali Acen si fanno con anema e’ core. E spunti di riflessione

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