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Venerdì, 26 Aprile 2024
In giro con Antonia

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A cura di Antonia Fiorenzano

Yaya e Lennie – The Walking Liberty: la favola green che conquista

Il film d’animazione di Alessandro Rak realizzato e prodotto a Napoli è un inno all’ambiente e alla libertà che piace a tutti. Al cinema fino a domani per poi essere distribuito sulle piattaforme

Lo scenario di una Napoli post-apocalittica, la regia di Alessandro Rak sono inni al viaggio e al paesaggio. In questo cartone animato ho trovato un immaginario poetico di raro coraggio e bellezza. Andate a vederlo, dovete vederlo! Perché è un sogno di cui non potete privarvi. E che a produrre capolavori come questo, come “L’arte della felicità” e come "Gatta Cenerentola" sia una casa di produzione napoletana, che a realizzarli sia una paranza talentuosa di napoletani, mi genera un senso di appartenenza e orgoglio che mi pervade e interrompe la solitudine”. Yaya e Lennie - The Walking Liberty, il film d’animazione diretto da Alessandro Rak e creato insieme al team della MAD Entertainment, non poteva trovare fan più sfegatato di Roberto Saviano, il quale attraverso queste parole scritte sui suoi profili social ha invitato le persone a correre al cinema fino a domenica 7 novembre per poi passare, tra qualche settimana, a una visone in streaming sulle piattaforme.

Dopo essere stato accolto strepitosamente quest’estate al Festival di Locarno, giornalisti, critici, artisti, gente comune sono tutti in visibilio per un miracolo cinematografico prodotto e realizzato a Napoli in piena emergenza Covid, sì perché la MAD anche se distanti gli uni dagli altri, hanno continuato a lavorare come forsennati per portare a termine il film anche quando il mondo era spaventato e rintanato in casa perché annichilito da ciò che all’epoca stava succedendo.

Oggi questo cartoon dalla delicata tematica green, c’è grazie alla MAD che l’ha prodotto insieme a Rai Cinema con la distribuzione di Nexo Digital ed è stato tra i 18 film italiani a contendersi la designazione per rappresentare l’Italia agli Oscar come miglior film internazionale dando un po' di filo da torcere al prescelto E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino.

Una storia non troppo lontana dalla realtà

Siamo nel futuro, in una Napoli sopravvissuta un disastro post apocalittico non specificato. La natura si è ripresa prepotentemente il pianeta ed ora la giungla riveste tutta la terra. Dalle macerie una nuova società sta cercando di risorgere. Si tratta de “L’Istituzione”, i cui  adepti cercano  di ripristinare l’ordine precostituito  imponendo al popolo libero della giungla il loro concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro processo di “civilizzazione”: i dissidenti stanno preparando la loro rivoluzione. In mezzo a questo caos due adolescenti tentanto di farsi largo per trovare il loro posto in questo mondo impazzito. Yaya,una ragazza dal carattere ruvido e dallo spirito indomito e Lennie, un giovane uomo alto più di due metri e affetto da un ritardo mentale. Uniti da un legame profondo si prendono cura l’uno dell’altro combattono per mantenere la libertà.

Ci sono tante suggestioni e immagini poetiche in Yaya e Lennie-The Walking Liberty, dove però l’attualità trova corrispondenze e, forse, anche qualche ispirazione. C’è il richiamo al dovere ambientalista con l’invito a una maggiore attenzione alla sostenibilità ecologica che renderebbe il cartoon il film preferito di Greta Thunberg. C’è la divisione sociale e territoriale che esaspera e infiamma gli animi mettendo gli uomini gli uni contro gli altri e poi c’è la  giungla percorsa ed esplorata dalla guerriera Yaya e dal gigante buono Lennie che ne fa una profezia involontaria di ciò che stiamo vivendo da quando abbiamo conosciuto il Covid.

Quando Alessandro Rak ha scritto il soggetto con Francesco Filippini, Marino Guarnieri e Dario Sansone (gli ultimi due sono anche gli aiuto registi e hanno curato anche la direzione artistica) non avrebbe mai immaginato che l’universo visionario inventato di lì a poco avrebbe avuto poco a che fare con la fantasia per avvicinarsi a una realtà fatta di igienizzanti, parole sconosciute e mascherine.

La base dell’ambientazione, lo styling dei personaggi sono cose che erano già state progettate. Ha colpito anche a noi che i personaggi che abbiamo creato corredati con mascherine o strumenti di disinfezione si materializzassero improvvisamente anche nel reale”, racconta il regista Alessandro Rak.

E’ un inno poetico al verde ribadisce Rak dove c’è una paura per l’etica ecologica sempre più compromessa: “Siamo a Napoli che è  poco green ed è una pecca della mia città che amo. Dare una svolta verde alla storia di Yaya e Lennie è stata una nostra esigenza vera, è un desiderio che nasce dal fatto che le grandi metropoli creano una distanza forte dall’ambiente”.

Un film sulla libertà e il valore simbolico della musica

La libertà cercata, difesa e anelata da Yaya e Lennie è lo scopo da perseguire per arrivare alla meta che si prefisseranno, la Terra della Musica. Riguarda ogni convivenza  sociale e civile ed è il punto nevralgico del film è a convivenza tra gli individui all'interno di uno scenario post apocalittico, in cui tutto è rimesso in discussione, cercando così di proporre prospettive diverse e contraddittorie.

La libertà è la premessa di ogni sana scelta di vincolo amoroso oltre che l'unica via che non porti all'ovvio e all'inesorabile” sostiene il regista che insieme a Dario Sansone e a Enzo Foniciello ha anche composto la colonna sonora dove ogni strumento ha un valore simbolico nella narrazione del film.

La colonna sonora di "Yaya e Lennie - The walking liberty" è in bilico tra le sonorità folk e le incursioni di musica classica, tra le nostre radici partenopee e le musiche del mondo. Abbiamo tradotto in strumenti musicali e suoni gli elementi naturali e i personaggi del film: la terra ci parla con cori primordiali e tamburi echeggianti, il vento soffia nei flauti e spinge le note fuori dall'armonica di Yaya dando forza alla sua malinconia, mentre gli archi accompagnano la tensione emotiva della storia e plettri ci raccontano l'animo di Lennie” spiega Dario Sansone che, tra le altre cose è il frontman dei Foja “Comporre la colonna sonora è stato un lavoro lungo al pari della gestazione del film. E’ stato un percorso travagliato dove la cosa che era chiara è che gli strumenti rappresentassero l’anima dei personaggi”.

Tra ritmi blues e classici della canzone napoletana Sansone e co. hanno composto anche una canzone inedita intitolata, Duje comme nuje scritta subito dopo aver letto la prima stesura della sceneggiatura e che in questi giorni è anche ascoltata nelle radio.

Da Ciro Priello a Lina Sastri: il cast artistico di Yaya e Lennie

A dare voce a Yaya e Lennie sono la giovanissima Fabiola Balestriere e Ciro Priello, attualmente impegnato nelle esibizioni del seguitissimo Tale e Quale Show di Rai1, contribuendo a far salire le quote di Priello come performer. “Ciro Priello ha la grande capacità di cambiare voce. La sua ironia ha dato quel tocco in più a Lennie. L’unico timore è che interpretare un personaggio afflitto da un ritardo mentale essendo un grande banco di prova per gli attori avrebbe finito con il bruciarlo come in passato è successo a molti attori. Però lui ha trovato la giusta cifra, senza mai esagerare nell’essere grottesco. Inoltre, la sua interpretazione di Lennie  fa sparire il Ciro Priello più mediatico che ormai tutti conosciamo”, puntualizza Alessandro Rak.

Per raggiungere la Terra della Musica durante la loro avventura nella giungla, Yaya e Lennie si imbattono in una crocevia di personaggi pittoreschi, i quali hanno le voci di attori come Massimiliano Gallo, Francesco Pannofino (presto sarà di nuovo nei panni di René Ferretti in Boris 4), Fabio Balsamo e di cammei speciali che hanno accettato di dare la loro voce a personaggi piccoli come Maurizio de Giovanni e l’artista Jago.

Poi c’è Lina Sastri che doppia zia Claire un personaggio effimero che è la voce della coscienza nel film. E’  la prima volta che Lina Sastri doppia un cartoon. “Il ruolo è bellissimo e per me è un’esperienza assolutamente nuova perché non ho mai lavorato con la mia voce per un film d’animazione. Zia Claire è un immaginario, è la coscienza della libertà ed è la voce dell’indipendenza dei protagonisti. Sono molto contenta di averlo fatto perché emozionante dare solo con la voce il senso delle immagini - rivela Lina Sastri - Sono stata accompagnata per mano, talvolta anche con severità da Alessandro ma è’ stata una meravigliosa sorpresa essere accolta dalla famiglia della MAD. Quando ho iniziato a doppiare il film non era completo. Mi hanno mostrato alcuni pezzi per farmi rendere conto del l’ immaginario che c’è dietro questo film fatto anche di racconti celati e non mostrati nel film”.

Coesione e creatività alla MAD: da The Walking Liberty a Nostalgia

C’è un senso di coesione di gruppo che pervade nella factory di Piazza del Gesù della MAD, quartier generale della creatività e dell’azzardo. La squadra di animatori di Mad Entertainment è composta da un gruppo molto affiatato e relativamente piccolo. Condividono suggestioni, lavorando tutti su un unico progetto per l'intera durata dello stesso, rendendolo di fatto un lavoro "corale". Uniti e coesi per circa tre anni alla realizzazione di un obiettivo comune. “L’animazione è un genere poco frequentato in Italia ma importantissimo in tutto il mondo. Oltre al costo economico è un costo di risorse umane che lavorano a lungo insieme impegnati in un progetto che ha una realizzazione che dura in media tre anni. E’ una grande sfida sia umana che creativa che siamo riusciti ad affrontare per tre lungometraggi”, dice il produttore Luciano Stella.

Dopo L'Arte della Felicità e Gatta Cenerentola, lo studio si è ulteriormente consolidato in un gruppo di circa 40 tra artisti, animatori, disegnatori e musicisti che si dedicano alla produzione di opere in animazione curandone ogni fase.

Per Yaya e Lennie - The Walking Liberty, così come per i film precedenti, tutti i componenti del team si sono formati anche in ambiti molto distanti dalle proprie capacità più evidenti, in modo da partecipare ai vari step della lavorazione.

Per noi produttori questo film rappresenta un'ennesima importante visione artistica del mondo attraverso lo sguardo di Alessandro e dei ragazzi dello studio e di un'idea che a suo modo è stata profetica. Siamo  particolarmente  legati  a  questa  creazione  artistica  di  Alessandro  Rak,  non  solo  per l'evoluzione e per i progressi tecnici, ma abbiamo sentito propri, veri e necessari i temi che affronta”, rivelano i produttori Stella e Maria Carolina Terzi.

E’ un anno cruciale per la MAD: oltre a The walking of liberty, c’è la consacrazione in una produzione ancora importante al tempo stesso complessa di Nostalgia, regia di Martone con Favino dal romanzo di Rea che si è appena concluso al Rione Sanità. Un titolo importante già atteso  che segna la consacrazione della MAD che è stata la prima ad aver dato inizio alla vivacità artistica  e al momento florido che sta vivendo la produzione cinematografica napoletana.

La produttrice Maria Carolina Terzi su Nostalgia anticipa: “E’ stato un progetto fortemente voluto da Luciano Stella che ha amato follemente il libro di Rea e che ha seguito ogni fase della lavorazione. Abbiamo avuto la fortuna di avere un regista come Mario Martone che si trova in un momento di creatività esplosiva e ha costruito una storia che cattura e seduce senza lasciare più andare come se ci si trovasse in una ragnatela. Poi c’è l’attore del momento, Pierfrancesco Favino. Lui ha costruito un personaggio interessante, immerso nella Napoli del Rione Sanità, forse mai visto in questo modo così misterioso e intrigante. Le migliori storie si trovano tra le strade di Napoli e noi alla MAD stiamo cercando di catturarle per raccontarle”.

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