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Lunedì, 29 Aprile 2024
CATTIVI PENSIERI

CATTIVI PENSIERI

A cura di Massimo Romano

Mazzarri ha studiato Spalletti. Ma non ci ha capito nulla

L'allenatore del Napoli, nonostante la vittoria sul Verona, si trova in una crisi di gioco e risultati da cui sembra difficile uscire

"Ho studiato il Napoli di Spalletti" si è presentato così Walter Mazzarri quando il 24 novembre subentró a Rudy Garcia sulla panchina del Napoli. In verità, il tecnico di San Vincenzo lo aveva già detto prima, in una lunga intervista al Corriere dello Sport che sembrava quasi un'autocandidatura alla guida degli azzurri, in difficoltà dopo la vittoria dello scudetto. 

E a quel "ho studiato il Napoli di Spalletti" ci abbiamo creduto tutti. Un po' perché speravamo di rivedere un bel calcio, un po' perché Walter ci è simpatico e abbiamo ancora nella mente e negli occhi quella squadra che gettava il cuore oltre l'ostacolo, tutta nervo e garra, che aveva vinto il primo trofeo dell'era De Laurentiis.

Ma Mazzarri non ci aveva detto tutta la verità. Non abbiamo dubbi sul fatto che il tecnico abbia guardato a fondo il Napoli dello scudetto, ma quello che non ci ha detto è che di tutto quello studio lui non ci ha capito davvero nulla.

Lui, poverino, fautore di un calcio semplice, modellatore di squadre che ringhiavano compatte per poi ripartire in velocità, di fronte ai concetti del calcio moderno, sempre più totale, si è trovato spaesato come uno studente dell'alberghiero davanti a un libro di fisica quantistica. E no, non basta aver visto Interstellar su Netflix per capire la fisica quantistica. 

Walter si è presentato con un sorriso a 36 denti, dichiarandosi diverso dal passato, ma giorno dopo giorno si è incupito. Dopo una una serie di partite fallimentari è tornato alla famosa difesa a 3. Nella Supercoppa d'Arabia ha giocato due partite indecorose, piazzando un pullman davanti alla porta,  anche nell'illusorio 3-0 alla Fiorentina. Le assenze non possono giustificare 8 partite su 15 senza segnare, diverse delle quali senza neanche tirare in porta.

ll Napoli di Mazzarri è una delle squadre più brutte e noiose viste negli ultimi dieci anni in serie A. Da novembre a oggi ha una media retrocessione e segna meno di tutti. I commentatori sportivi che provano a difenderlo e tessono le lodi del calcio pratico sono gli stessi che hanno gridato allo scandalo contro i 9 scudetti della Juventus vinti giocando un pessimo calcio. Esattamente come il Napoli di oggi, con l'unica differenza che gli azzurri non vincono e la Juve di Allegri sì. La striminzita vittoria sul Verona, squadra smantellata dal mercato di gennaio, salva la panchina per il momento ma non cambia l'analisi generale.

Ai limiti dell'allenatore si aggiunge una società che appare in confusione, senza dirigenti, che vende un giocatore per 25 milioni (Elmas) e ne compra diversi senza colmare neanche una lacuna. De Laurentiis ai giornalisti ha detto che non manderà più Mazzarri in conferenza perché va lasciato tranquillo. È sembrato quel genitore che va all'incontro coi docenti per sostenere che i brutti voti del figlio sono colpa della scuola e non del ragazzo.

Non ce la sentiamo di dare tuttee colpe a Walter. L'unica colpa che gli riconosciamo è che quando gli hanno chiesto se avesse studiato avrebbe dovuto rispondere "sì, ma non ci ho capito niente". 

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