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Martedì, 30 Aprile 2024
Salute

Intervento a cuore aperto a 81 anni: nonna Regina torna ad abbracciare i suoi 12 nipoti

Al Policlinico della Federico II operazione al cuore mai eseguita prima in Italia, grazie alla chirurgia mini-invasiva che apre nuove possibilità di cura per i pazienti molto anziani

"I medici della Federico II ci hanno fatto il più bel regalo che potessimo desiderare": ha la voce rotta dall’emozione Lia, mentre racconta l'esito dello straordinario intervento cui è stata sottoposta la madre, Regina Cotugno, 81 anni compiuti a gennaio scorso, una gravissima patologia cardiaca che, per l'età, non lasciava molte speranze. Con un'operazione di chirurgia mini-invasiva al cuore mai eseguita prima in Italia, l’equipe dell’Unità Operativa Semplice Dipartimentale di Chirurgia dei Grandi Vasi guidata dal professore Gabriele Iannelli, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli,  ha cambiato il destino di nonna Regina e l'ha restituita ai suoi quattro figli, sette nipoti e i cinque bisnipotini.

Operazione da record

"Mamma ha sempre avuto una vita difficile – racconta Lia – ha sempre lavorato sodo per non farci mancare nulla". Poi, quando era finalmente arrivato il momento di godersi la famiglia, con nipoti e bisnipotini, Regina Cotugno si è ammalata: le terapie farmacologiche, un'operazione importante proprio al cuore e infine una diagnosi che non lasciava speranze.

A cambiare il destino di nonna Regina, l’intervento da record effettuato dall’equipe guidata dal professor Iannelli, con la stretta collaborazione del professor Luigi Di Tommaso (direttore della Scuola di Specializzazione di Cardiochirurgia) e il supporto anestesiologico della dottoressa Imma Fontana.

"La signora aveva una gravissima patologia dell’aorta, determinata da un'importante ipertensione, che viene definita tecnicamente dissecazione aortica acuta di tipo A. Si tratta di una sorta di scollamento degli strati della parete dell’aorta, con una sua iniziale e pericolosa rottura - spiega il Prof. Iannelli - Un intervento a cuore aperto e in circolazione extracorporea, come di norma avviene, sarebbe stato impossibile da eseguire su una paziente così anziana e già operata precedentemente al cuore. Le sarebbe stato certamente fatale". I chirurghi dell’Azienda federiciana hanno scelto così una strada mai percorsa prima in Italia: un trattamento mini-invasivo endovascolare, con l’impianto di uno stent, senza l’uso della circolazione extracorporea. "Se non avessimo effettuato l’intervento con un approccio mini-invasivo, l’unica possibilità sarebbe stata la terapia medica che, purtroppo, è associata ad una mortalità superiore al 75% nei primi sei mesi - continua il Prof. Iannelli -  Si apre, quindi, una nuova opportunità per i pazienti, soprattutto per gli anziani con gravi patologie".

A rendere possibile la pianificazione e la realizzazione dell’operazione, un’esperienza più che ventennale nell’ambito della chirurgia endovascolare e l’uso di attrezzature angiografiche di alta tecnologia recentemente acquisite con il contributo della Scuola di Medicina e Chirurgia presieduta dalla professoressa Maria Triassi.

Da sx Gabriele Iannelli-Imma Fontana-Luigi di Tommaso

"È una soddisfazione da tutti condivisa quando il lavoro di equipe, l’avanguardia nella ricerca e l’innovazione tecnologica si incontrano per fornire nuove, concrete risposte assistenziali ai bisogni dei pazienti. Come Azienda Ospedaliera Universitaria dobbiamo sempre guardare ai nuovi orizzonti della ricerca e dell’assistenza per garantire standard elevati e risposte di eccellenza sul territorio regionale" ha  sottolineato Giuseppe Longo, direttore generale dell’AOU Federico II.

Grazie alla straordinaria operazione, nonna Regina è potuta tonare a casa, riprendere rapidamente le sue attività quotidiane e persino effettuare un piccolo intervento di calcolosi che, se il suo problema all’aorta non fosse stato risolto chirurgicamente, non avrebbe mai potuto affrontare. Soprattutto, è tornata a casa felice di poter riabbracciare quei nipoti che, dice «fanno battere ancora più forte il mio cuore».

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