Carenza di vitamina D e obesità: quale rapporto c'è
Bastano 15 minuti di esposizione alla luce solare per consentire al nostro organismo di produrre questa vitamina dalle numerose e preziose virtù tra cui, secondo gli studi più recenti, il controllo del grasso addominale
Se ne parla sempre più spesso ma si continua a sapere ancora troppo poco della vitamina D: presente in minima parte negli alimenti, sia vegetali che animali, bastano anche solo 15 minuti di esposizione ai raggi solari perchè il nostro organismo la produca.
A spiegarci proprietà e benefici della vitamina D e le nuove possibilità su cui sta lavorando la ricerca, in particolare per quanto riguarda la salute del fegato e l'obesità, è il dott. Febo Quercia, biologo nutrizionista, che spiega: "La vitamina D
- È fondamentale per la salute dello scheletro: è indispensabile alla loro formazione delle ossa e contribuisce a mantenerle forti e sane. Favorisce inoltre l’assorbimento e il deposito di calcio e di fosforo, elementi essenziali durante la crescita dei bambini e per prevenire l’osteoporosi in età adulta.
- Migliora lo stato della pelle: l'epidermide, soprattutto quella acneica, risulta più morbida e liscia.
- Contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario: aumenta infatti la capacità dell’organismo di poteggersi da malattie infettive o virali. Recenti studi indicano che potrebbe agire da scudo contro diverse patologie come insufficienza cardiaca, diabete e cancro.
- Aiuta i muscoli: è stato dimostrato che la vitamina D contribuisce alla funzionalità muscolare, aumentando la tonicità e la forza.
- Mantiene in buona salute i denti: protegge da carie e gengiviti.
- Fa bene all'umore: abbassa lo stress e riduce i rischi di depressione.
Ma non è tutto - aggiunge il dott. Quercia - esaminando i dati dello studio "Epidemiologia dell’Obesità", condotto su un campione di uomini e donne tra i 45 e i 65 anni, un gruppo di studiosi olandesi ha infatti individuato un possibile legame tra obesità e mancanza di vitamina D . In particolare, analizzando i diversi tipi di grasso presenti nel corpo - grasso totale, grasso addominale, tessuto adiposo viscerale e grasso epatico presente nel fegato - è stato scoperto che:
nelle donne, bassi livelli di vitamina D erano associati a grasso sia addominale che totale
negli uomini, bassi livelli di vitamina D erano associati in modo significativo a fegato grasso e a tessuto adiposo addominale.
La forte relazione tra l'aumento delle quantità di grasso addominale e bassi livelli di vitamina D - spiega il dott. Quercia - suggerisce che il deficit di vitamina D favorirebbe l’afflusso di calcio nelle cellule adipose promuovendo in tal modo la deposizione di nuovo grasso ed inibendo l’utilizzo del grasso di deposito a scopo energetico.
Sembra inoltre che l’ipovitaminosi D si associ a bassi livelli di leptina, cioé l'ormone prodotto dalle cellule adipose quando sono sature di grassi, che ha lo scopo di indurre il senso di sazietà. La riduzione di leptina associata a carenza di vitamina D, dunque, contribuirebbe alla fame incontrollata. La conferma viene da diversi trial clinici che hanno dimostrato come, aumentando i livelli di vitamina D, si alzano i livelli di leptina.
Lo studio - conclude il dott. Quercia - è solo all'inizio ma, in attesa di nuovi risultati, in caso di obesità e/o livelli eccessivi di grasso addominale, è importante effettuare una verifica dei livelli di vitamina D nel sangue e iniziare a correggere non solo la propria dieta, seguendo le indicazioni di un esperto, ma anche le proprie abitudini di vita con una maggiore esposizione alla luce del sole, magari associata a lunghe passeggiate.