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Sabato, 27 Aprile 2024

Mistero Policlinici, soldi e promesse per pronto soccorso mai aperti

L'attivazione del Vanvitelli era prevista a fine 2021, al Federico II non sono mai cominciati i lavori. Intanto, la rete dell'emergenza napoletana è al collasso

Le barelle, le file, le attese infinite. I pronto soccorso napoletani sono al collasso, il governatore Vincenzo De Luca annuncia addirittura la possibile chiusura di altre strutture per mancanza di fondi. In questo scenario risulta ancora più incomprensibile la mancata apertura dei pronto soccorso dei due policlinici cittadini: uno fa capo all'Università Vanvitelli, nel centro storico, l'altro alla Federico II, nella zona ospedaliera. 

Se ne parla da anni. Già nel piano sanitario del 2018, la Regione inseriva le due aziende ospedaliere universitarie nella rete d'emergenza campana. Eppure, nonostante i ripetuti annunci, l'attivazione non è mai avvenuta. "Siamo l'unica regione d'Italia in cui i policlinici non hanno pronto soccorso" afferma Antimo Morlando, segretario della Funzione pubblica Cgil Napoli. "Ci risultano spesi oltre 2 milioni di euro per lavori di adeguamento - sostiene Francesco Maranta, portavoce del Forum diritti e salute - mirati all'apertura del pronto soccorso, che fine hanno fatto questi soldi?". 

Policlinico Vanvitelli

I lavori per il pronto soccorso del Vanvitelli risultano terminati da un anno. Nel giugno del 2021, ai nostri microfoni, l'allora direttore Antonio Giordano assicurò che entro la fine di quell'anno la struttura sarebbe stata inaugurata, anche se parzialmente. Previsione che non si è mai avverata. Oggi, il manager è Ferdinando Russo e dell'apertura non si parla più. Abbiamo più volte chiesto di incontrare qualche responsabile dell'azienda, per capire quali fossero gli intoppi, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. "Abbiamo chiesto notizie sull'apertura ma pare che nessuno sappia nulla" commenta Morlando. "Si tratta - precisa Maranta, del Forum diritti e salute - solo di lavori edili, ma non ci sono fondi per i medici o per attivare un servizio". 

Policlinico Federico II

"A mio avviso - prosegue il segretario di Fp Cgil - il caso della Federico II è ancora più grave perché non è stata attivata alcun percorso per la creazione del pronto soccorso". Una critica che Maria Triassi, presidente della Scuola di medicina e chirurgia del Policlinico Unina, respinge con forza: "La Federico II ha un dea funzionale, anche se non strutturale. Cioè, siamo già pronti per tutte le patologie tempo-dipendenti, come l'infarto, l'ictus, il trauma. Manca l'accettazione, il luogo fisico per smistare le ambulanze. Sono stati già stanziati dei fondi dall'ateneo. Noi abbiamo dato la nostra piena disponibilità all'ingresso nella rete d'emergenza". 

Nell'aprile 2021, fu proprio la Triassi a sostenere come il Policlinico avesse 19 milioni di euro destinati al pronto soccorso inspiegabilmente 'parcheggiati'. Come siano stati usati quei soldi resta tutt'ora un mistero. L'altro mistero è perché, stante la disponibilità della Federico II, la struttura della zona ospedaliera non sia stata ancora attivata. "La politica e l'università si rimpallano le responsabilità da anni" attacca Antimo Morlando. Per il portavoce del Forum diritti e salute Francesco Maranta le resistenze arriverebbero dai baroni accademici: "Anche se pubblicamente dichiarano di essere favorevoli, dall'altro non vogliono sobbarcarsi il carico di lavoro che presuppone la rete d'emergenza". 

Anche in questo caso, però, la Triassi respinge le critiche al mittente: "E' falso, altrimenti non avremmo votato all'unanimità per l'apertura del pronto soccorso". L'intrigo si infittisce, anche perché Vincenzo De Luca, dopo aver per anni caldeggiato l'inserimento dei policlinici nella rete emergenziale, sembra adesso puntare su un'altro ospedale: il Monaldi.

La mancanza di personale

Anche ammesso che regione e università si decidano, resta un altro enorme ostacolo. In Campania non ci sono né medici né infermieri sufficienti. "Non è stato attivato un percorso di reclutamento - dichiara Morlando - Chi c'è vuole scappare dall'emergenza, sia per i carichi di lavoro che per gli episodi di violenza". Su questo aspetto concorda anche la presidente della Clinica di medicina e chirurgia: "Raccogliamo i frutti di errata programmazione. Non ci si aspettava tutti questi pensionamenti e ci siamo fatti trovare impreparati. A ciò biogna aggiungere i dieci anni di commissariamento che ci hanno impedito di assumere". 

Allora dove reperire il personale per aprire due nuovi pronto soccorso: "La mia proposta è proporre ai medici over 70 che non vogliono andare in pensione di restare a dare una mano" afferma Maria Triassi. "Un medico di quell'età - controbatte Francesco Maranta - può fare da supervisore, ma non può stare in prima linea, dove ci vogliono forza e riflessi pronti". 

L'urgenza di nuovi pronto soccorso

Quello dell'ingresso dei policlinici napoletani nella rete di emergenza è un tema rilevante perché Cardarelli e Ospedale del Mare non riescono a reggere il numero di accessi. "In Campania - racconta Maranta - hanno chiuso 14 pronto soccorso in questi anni. A Napoli, gli ultimi due sono stati il Loreto Mare e il San Giovanni Bosco". Per la Cgil "...ciò che si vive al Cardarelli è qualcosa di indegno". 

Ma esiste anche un altro motivo per cui aprire le strutture di Vanvitelli e Federico II: la formazione. Come avviene in quasi tutta Italia tranne che a Napoli, gli ospedali universitari hanno una duplice funzione: curare i pazienti e formare i nuovi medici. La Federico II, da anni, va avanti grazie a una convenzione con il Cardarelli. Una soluzione tampone che, però, non può durare all'infinito.  

I tempi per l'apertura

Sapere se e quando apriranno questi due pronto soccorso è impossibile. "I tempi non sono certi - ammette Maria Triassi - Da chi dipende? Dalla Regione, che deve mettere in atto le procedure. Recentemente un passo importante è stato fatto: nel piano sanitario i policlinici sono stati formalmente equiparati alle altre aziende ospedaliere. Entro 180 giorni andranno siglati i protocolli d'intesa e quella sarà la sede per incrementare l'apporto alla rete d'emergenza". 

L'emendamento cui fa riferimento la presidente della Clinica di medicina e chirurgia della Federico II è stato inserito nell'ultima legge finanziaria regionale e recepisce un decreto legislativo, il 517, risalente al 1999: "Siamo in ritardo di quasi trent'anni - commenta Antimo Morlando della Cgil - Ci dicano una volta per tutte quando apriranno i pronto soccorso". 

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