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Domenica, 28 Aprile 2024
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Città della Scienza, ecco cosa resta dopo l'incendio

Dopo il dissequestro dei 12 ettari del museo devastati dall'incendio del 4 marzo scorso, i dipendenti di Città della Scienza rimettono piede nei padiglioni devastati

Un ritratto di Albert Einstein sorridente all'ingresso di quello che resta di Città della Scienza dopo il rogo del 4 marzo scorso: è l'immagine, in netto contrasto con lo scenario di rovine, che ha accolto gli operatori del Museo napoletano. Oggi, dopo il dissequestro deciso dalla procura di Napoli, hanno potuto rimettere piede in quello che una volta era uno dei musei didattici più visitati d'Italia.

Enormi cumuli di ferro attorcigliato, quello che resta di ciò che una volta costituiva l'anima metallica del soffitto in legno andato completamente distrutto. Poche le cose rimaste che fanno capire cosa ci fosse prima del drammatico rogo: ci sono alcuni uccelli impagliati scampati miracolosamente alle fiamme; un abaco, un antico strumento di calcolo utilizzato come ausilio per le operazioni di matematica.

Le fiamme non hanno risparmiato nulla. Là dove è giunto il fuoco ci ha pensato il calore: i computer e i monitor degli uffici si sono dissolti sulle scrivanie metalliche. Sui muri c'è ancora qualche estintore annerito e qualche targa che indica la direzione della biglietteria, riconoscibile solo dai tre tornelli utilizzati per l'accesso al museo.

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