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Economia Pomigliano d'arco

Fiat, continua la protesta: operai sul tetto del comune

Un gruppo di lavoratori, con contratto a termine in scadenza della Fiat di Pomigliano D'arco, é salito sul tetto del Comune del napoletano. Gli operai stanno protestando contro il mancato rinnovo del contratto

Continua la protesta degli operai della Fiat di Pomigliano che, a causa del mancato rinnovamento dei contratti in scadenza a gennaio e marzo, rischiano seriamente di trovarsi senza lavoro.

Lo sciopero è iniziato giovedì ed è continuato ieri, con i picchetti in fabbrica e l'occupazione della sala consiliare del municipio. Nel pomeriggio, un gruppo di lavoratori è salito sul tetto del Comune del napoletano.

I lavoratori precari, saliti sul tetto del municipio, sono stati raggiunti dal sindaco Antonio Della Ratta, dal primo cittadino di Casalnuovo, Antonio Peluso, dal consigliere regionale Michele Caiazzo, e da quello provinciale Tommaso Sodano, e dai parroci don Peppino Gambardella e don Aniello Tortora. Questi ultimi hanno cercato di sedare gli animi confortando i lavoratori.

I manifestanti stanno suonando, con l'aiuto di un bastone, le campane del vicino campanile, ed urlano slogan in difesa del proprio posto di lavoro ai cittadini che si sono riuniti davanti al comune. I lavoratori hanno proclamato un'altra giornata di sciopero per domani, ed hanno annuncIato che trascorreranno un'altra nottata in comune. Una cinquantina i precari il cui contratto scadrà a fine dicembre, mentre un'altra quarantina vedrà la scadenza a fine marzo.


I manifestanti sono saliti sul tetto dopo aver appreso della comunicazione di ripresa della produzione per lunedì e martedì prossimo per recuperare i giorni di sciopero attuati, ed alle voci di una eventuale assenza della Fiat al tavolo di trattative con Governo e sindacati in programma martedì: "Siamo disperati - hanno spiegato - ognuno di noi è sposato ed ha figli. Molti sono subentrati ai propri genitori che, per consentire ai figli di lavorare, hanno anche rinunciato alla liquidazione o agli incentivi per il prepensionamento. Ed ora ci mettono fuori".

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