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Cronaca Torre annunziata

Omicidio Scarpa: la verità dei pentiti

Ascoltati in aula Michele Palumbo ed Aniello Nasto nel processo a Luigi Maresca. Palumbo ha accusato anche il fratello di un killer

Tante conferme, qualche indecisione ed una nuova verità da verificare. È in sintesi quello che hanno raccontato i due collaboratori di giustizia Aniello Nasto e Michele Palumbo nel processo al ras del clan Gionta, Luigi Maresca, a giudizio per l'omicidio di Natale Scarpa. Ai giudici della Corte d'Assise di Napoli hanno raccontato, per l'ennesima volta, la loro verità sull'omicidio del padre dell'allora boss dei Gallo-Cavalieri. Le novità sono arrivate dall'ultimo pentito del clan in ordine di tempo. Palumbo ha, infatti, raccontato di aver saputo i dettagli del delitto dopo essere stato scarcerato ed ha aggiunto un tassello alla versione finora sempre raccontata.

Ci sarebbe un altro elemento all'interno del clan di Palazzo Fienga ad aver organizzato il delitto del ferragosto 2006 nei pressi dello stadio “Giraud” di Torre Annunziata. Si tratterebbe di una persona molto vicina a uno dei killer della cosca che, secondo Palumbo, pure avrebbe partecipato all'organizzazione del delitto. Una versione che l'Antimafia adesso avrà il difficile compito di verificare a distanza di oltre dieci anni. Per il resto entrambi hanno confermato la versione secondo cui a sparare furono proprio Maresca e Francesco Amoruso, morto nel corso della sua detenzione al 41 bis.

Una versione su cui comunque si sono avventate le difese visto che Nasto, che si era sentito male nel corso dell'ultima udienza, ha anche stavolta confermato di non aver visto materialmente i due sulla Kawasaki utilizzata per il delitto ma di aver solo sentito il rumore dell'acceleratore a via Bertone. Palumbo, invece, è un testimone “de relato” e le loro versioni potrebbero essere oggetto di discussione nel corso delle arringhe difensive.  

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