Caso Fortuna Loffredo, la denuncia di don Patriciello: "Finito il clamore siamo rimasti soli"
Il parroco di Caivano lamenta l'abbandono seguito al clamore mediatico sulla vicenda della morte di Chicca. "Si fa chiasso, poi resta il parroco e nessuno più"
Ritorna sul caso di Fortuna Loffredo, don Maurizio Patriciello. Il parroco di Caivano, la cittadina in cui – nel Parco Verde – la bimba di 6 anni è stata violentata ed uccisa, attacco di nuovo chi propone "uno sciacallaggio mediatico impressionate", frutto di "un discorso pigro e disonesto che ha voluto equiparare la povertà, che diventa miseria, alla pedofilia".
Non è la prima volta che don Maurizio Patriciello rifiuta questo tipo di associazione. "Non ci si rende conto che così facendo – sottolinea – si fa un piacere ai pedofili di tutto il mondo". Un'equazione tra povertà e pedofilia errata, perché il fenomeno – spiega il parroco – "riguarda ricchi, professionisti, persone che conoscono bene i posti dove le ragazzine, le bambine, si comprano per pochi euro".
"È una pia favola – spiega don Patriciello – pensare che siano poveri. Ho paura che ci sia una sorta di cortocircuito in base al quale si crede che esiste un legame tra povertà e pedofilia".
Intanto, lamenta il parroco, "al Parco Verde tutto è tornato come prima. Tutti sono andati via, nessuno che si sia chiesto o abbia fatto qualcosa per la mamma di Fortuna per darle una mano. Si fa solo chiasso, poi resta il parroco e nessuno più".