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Cronaca

Campi Flegrei, Musumeci: "In otto settimane non si può fare quello che non si è fatto per 80 anni"

"Io non capisco - ha aggiunto il ministro- perché in Italia, quando si parla di prevenzione, di esercitazione, di immaginare scenari difficili e complessi andiamo subito in panico"

"Dobbiamo essere pronti" ha dichiarato il ministro per la protezione civile e per le politiche del mare Musumeci a Skytg24 per quanto riguarda la situazione nei Campi Flegrei. "Se l'allerta dovesse aumentare abbiamo la necessità di essere pronti con un piano di evacuazione, esercitazione nelle scuole, pensando anche a chi deve provvedere per le persone disabili e alle strutture ospedaliere. Per il momento, però, si rimane in allerta arancione in quanto il sollevamento del terreno non si registra. E' chiaro che tra una settimana potrebbe cambiare la situazione. Quello che rimane costante è la necessità di esercitazione, di prepararci, di avanzare un piano di comunicazione adeguato perché dobbiamo sempre pensare allo scenario peggiore". "Io non capisco - ha aggiunto il ministro- perché in Italia, quando si parla di prevenzione, di esercitazione, di immaginare scenari difficili e complessi andiamo subito in panico. Dobbiamo cambiare approccio alla cultura del rischio altrimenti una popolazione non sufficientemente informata non sarà mai consapevole di vivere su un territorio a rischio come quello dei Campi Flegrei".

I rischi

"I rischi essenzialmente sono due - ha spiegato il ministro - uno di origine vulcanica e uno di origine bradisismica. Per quanto riguarda il piano d'emergenza del rischio vulcanico, è stato adottato negli ultimi anni, aggiornato nel 2019 e poi alcuni mesi fa. Sulle esercitazioni la competenza è della regione Campania, ma noi stiamo spingendo perché si possa riprendere anche l'esercitazione per il rischio vulcanico. E' giusto però che si faccia ovunque ci sia un vulcano". Secondo il ministro, "fino ad ora a mancare è stata la prevenzione sul rischio bradisismo. L'area rossa l'abbiamo definita noi ieri con le comunità scientifiche. E' una zona che impegna 15 mila edifici con circa 85 mila abitanti, fra Pozzuoli, Bacoli e alcuni quartieri di Napoli. Non significa che sia una zona particolarmente a rischio ma è una zona dove, secondo gli esperti, il bradisismo si configura in maniera maggiore rispetto ad altri territori." "Questo governo - ha aggiunto- dopo 80 anni sta intervenendo con un decreto legge e iniziative affidate al dipartimento nazionale, ai comuni e alla regione Campania. Stiamo prevedendo un piano di vulnerabilità del costruito pubblico e privato, un piano di comunicazione appropriata, il consolidamento degli uffici di protezione civile consentendo l'assunzione a tempo determinato di personale esperto nei comuni che ne sono sprovvisti e un piano rapido esodo tenendo conto delle realtà urbane che esistono da tempo. Io credo che stiamo andando celermente ma in otto settimane non si può fare quello che non si è fatto per 80 anni".

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