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Domenica, 28 Aprile 2024
Sicurezza

La fiamma dei fornelli deve essere gialla o azzurra?

Il motivo

La fiamma dei nostri fornelli è sempre di un bel colore azzurro. A volte, però, accendendo il gas la troviamo di colore giallo o arancio. Un consistente cambiamento di colore che viene percepito come "strano" e dà adito a diverse ipotesi, tutte con una componente che le rende potenzialmente credibili

Perché la fiamma dei fornelli a volte è gialla 

Partendo dal presupposto che la combustione, del gas da cucina come di qualsiasi altro materiale, determina luce 

  • blu per le zone ricche di carbonio 
  • rossa per quelle dove c'è più ossigeno

la convinzione più radicata e diffusa è che la fiamma diventi gialla perché nei tubi da cui arriva il gas sia presente aria. E per i complottisti si tratterebbe di uno stratagemma per spingere a consumare più gas.   

Non manca chi ha osservato che il fenomeno avviene dopo aver fatto aerosol in cucina invece che in bagno. E altri fanno risalire il fenomeno a "momenti" in cui il gas sarebbe addizionato con sostanze odorose 

La fiamma

La ”fiamma” è la manifestazione di un processo di ossidazione durante il quale atomi di carbonio e idrogeno si legano all’ossigeno dando origine a vapore acqueo, ossidi di azoto e energia: è l'energia che scalda e cuoce.

L'aria propanata 

Attenzione: il gas da cucina viene miscelato all’ossigeno NON nelle condotte ma solo DOPO essere arrivato all’interno del piano cottura, nel tubicino che dall’ugello porta al bruciatore. 

Inserire aria nel gas sarebbe una follia perché una miscela di gas e aria è altamente esplosiva.

La convinzione che il gas possa essere miscelato all'aria nelle condotte di erogazione viene da lontano, quando non c'era ancora la rete nazionale e in tanti luoghi non arrivava il "gas di città" e si rimediava con l' “aria propanata”, una miscela ottenuta mescolando gas propano (che si ottiene dai processi di raffinazione del petrolio) e aria, controllata all'origine che, tuttavia, non era immune da variazioni nella composizione dovute a vari fattori.

L'odore

Il gas di città è inodore. Quando sta per essere immesso nelle condotte, dunque a monte, viene “odorizzato” con l'aggiunta di una sostanza chimica particolare come misura di sicurezza contro dispersioni e fughe di gas. La sostanza usata è molto particolare: ne bastano poche molecole e infatti la concentrazione è di pochi milligrammi per metro cubo di gas: perciò l'odorizzante non può modificare in alcun modo le caratteristiche chimiche del gas e se lo facesse - ma così non è - non sarebbe per un tempo limitato a qualche ora o giorno, ma costantemente.

La miscela

La spiegazione del colore delle fiamme, in prima approssimazione, dipende da quanto sono ben mescolati tra loro il combustibile (la sostanza che si ossida, dunque il gas) e l’ossigeno cioè il comburente: meglio sono mescolati, tanto più azzurra sarà la fiamma.

Una buona miscela darà luogo ad una combustione ottimale caratterizzata da una “fiamma azzurra”.

Una miscela di qualità inferiore darà invece luogo ad una combustione non ottimale caratterizzata da una “fiamma gialla”.

La conferma viene dalla fiamma delle candele o della legna: qui combustibile e ossigeno non trovano una "camera" di miscelazione, e la fiamma che proviene dalla combustione è sempre di colore giallo-arancione.

Se gas e ossigeno sono ben miscelati nel tubicino di alimentazione dei fornelli, dunque, il problema della variazione di colore è da ricercarsi al punto di arrivo, cioè nei bruciatori. Impurità come sale da cucina, olio o grassi, residui di cibo o detergenti o anche di medicinali, a contatto con la fiamma si riscaldano e iniziano a loro volta a bruciare  in un processo simile a quello di candele e camini

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