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I carnevali sociali di Napoli sono sotto sfratto |VIDEO

Il Gridas è giunto alla 42esima edizione ma lotta in tribunale contro un'ordinanza di sfratto dell'ex Iacp per occupazione abusiva. A Soccavo è pronta l'11esima parata ma il Comune ha intimato il Cprs di lasciare la sede

Come ogni anno, i carnevali sociali di Napoli stanno animando il weekend che porta al martedì grasso. Ma ci sono due storiche esperienze che rischiano di scomparire. Il Gridas di Scampia è l'associazione fondata negli anni '80 da Felice Pignataro che dal 1983 ha avviato la tradizione dei carnevali sociali partenopei. Da 14 anni lotta nelle aule di tribunale contro l'ex Iacp, oggi Acer, per un'ordinanza di sfratto. Dall'altro lato della città, a Soccavo, c'è il Comitato popolare di rinascita che da undici anni organizza la parata nell'auditorium dell'ex scuola Nosengo. Da circa due anni, il Comune di Napoli intima agli attivisti di lasciare la struttura per una presunta inagibilità. 

Il Gridas di Scampia

Giunto alla 42esima edizione, il Carnevale del Gridas è un punto di riferimento non solo per Scampia ma per l'intera città. Tanto che negli anni, ispirandosi a questa manifestazione, sono nate manifestazioni simili in altri quartieri. Dopo la scomparsa di Felice Pignataro è Mirella La Magna, sua compagna di vita, a portare avanti insieme alle figlie questa tradizione: "Materdei, Sanità, Montesanto, Soccavo hanno preso spunto da questo modo di intendere il carnevale. Per noi è una festa popolare, di strada, in cui non si spendono soldi per travestirsi". Da 42 anni, la festa coinvolge associazioni e scuole del territorio che preparano carri e travestimenti.

L'appuntamento del 2024 è per domenica 11 febbraio con partenza dalla sede di via Monte Rosa. Il tema di quest'anno è 'Corsi e ricorsi' per ricordare l'importanza della memoria. Ma sul Gridas pende il processo per occupazione abusiva della sede stessa intentato dall'Acer, Agenzia della Regione Campania per l'edilizia residenziale, proprietaria dell'immobile. Una vicenda che NapoliToday ha raccontato più volte. "Il processo penale si è chiuso con un'assoluzione piena. - racconta Mirella - Poi è arrivata la causa civile. Sostengono che dobbiamo pagare un affitto, ma noi non occupiamo quello spazio, noi lo usiamo per il quartiere. Inoltre, quella sede è nata come Centro sociale. La causa l'abbiamo persa, ma il nostro ricorso è stato accettato e, quindi, per ora l'ordinanza è stata sospesa". La prossima udienza, che doveva essere agli inizi di marzo, è stata rinviata a novembre 2024. Più volte il Comune di Napoli e la Regione hanno annunciato di voler trovare soluzioni percorribili, ma fino a oggi non si è mosso nulla. 

Il Carnevale di Soccavo

Da 11 anni, il Cprs di Soccavo organizza il carnevale sociale. La parata avrà luogo martedì 13 con il tema 'Nessun dorma'. "Coinvolgiamo scuole e associazioni - spiega Francesco Di Schiavi - Infatti, i ragazzi delle scuole elementari stanno realizzando i vestiti da settimane insieme alle loro insegnanti". Il quartier generale della manifestazione è l'auditorium Nosengo, un pezzo di una vecchia scuola oggi non più in uso in viale Traiano. Questo spazio, per quattro anni, è stato dato loro in concessione con affidamenti trimestrali. Ma con l'avvento dell'Amministrazione Manfredi la musica sarebbe cambiata, come abbiamo raccontato in un altro servizio: "Prima hanno detto che era inagibile - prosegue Francesco - poi hanno cambiato versione, sostengono sia 'non fruibile' per via di una paio di infiltrazioni. Ci chiedono di lasciare l'auditorium. Qui, oltre a preparare il carnevale, accogliamo le educative territoriali, le scuole, addirittura l'Asl. Quindi abbiamo chiesto se i lavori si possano realizzare mentre proseguiamo le attività, ma ci hanno detto di no". 

Il Cprs non ha nessuna intenzione di lasciare l'auditorium: "Qui si fanno i carri, i costumi, si prova la murga (una danza tribale, ndr), qui vengono le scuole. Se ci spostano da qui, tutto questo potrebbe morire" afferma Fatima Villani, un'altra attivista del centro. Il Comune di Napoli ha sempre negato di voler sfrattare le associazioni, ma a oggi non è chiaro quale sarà il destino dell'auditorium. 

I carnevali a rischio

I carnevali sociali di Napoli, quindi, sono messi a rischio dalle istituzioni locali? "Secondo noi sì - prosegue Fatima Villani - Sembra quasi che ci sia voglia di spazzare via esperienze di questo tipo". Un pensiero condiviso da Mirella La Magna: "Non sembra un momento storico favorevole all'associazionismo dal basso. Poi sento dire che esiste il 'modello Scampia'. Ma il modello Scampia siamo noi, nonostante abbiamo avuto sempre tutti contro, spesso anche le istituzioni. Ormai siamo abituati a vivere in questo perenne stato di precarietà". 

Per Fatima "...è incredibile come non si riconosca il valore culturale del carnevale sociale. Tocca quartieri spesso dimenticati, insegna ai ragazzi l'arte del riciclo e della condivisione. Pensare che dopo tutti gli sforzi tutto questo potrebbe scomparire ci fa rabbia e tristezza". Ma quali sono i motivi di un tale accanimento? "Ormai - conclude Mirella - tutto si fa nel nome del bilancio, dei soldi. Tutto il resto sembra non avere importanza. Ma noi andremo avanti finché sarà possibile". 

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