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Sannazaro, gli studenti: "La preside ha interrotto il dibattito sulla morte di Davide"

L'incontro, non autorizzato, era nelle intenzioni dei ragazzi parte della "settimana degli studenti". Intervento impedito a Flora Bifolco, la madre del ragazzo ucciso da un carabiniere nel settembre 2014

Un "gravissimo atto di intimidazione e censura": è così che Acad (Associazione Contro gli Abusi in Divisa Onlus) descrive quanto accaduto stamattina al liceo Jacopo Sannazaro di Napoli, dove la preside ha interrotto un incontro organizzato per la settimana degli studenti al quale doveva intervenire Flora Bifolco, la madre di Davide, il ragazzo ucciso da un carabiniere nel settembre del 2014.

"La preside del liceo – scrive Acad – ha interrotto l'assemblea minacciando gli studenti di denuncia e impedendo l'intervento della madre di Davide Bifolco. Un fatto gravissimo di censura e intimidazione contro chi democraticamente chiede verità e giustizia".

"Nell’ambito della 'settimana dello studente' – scrive il Collettivo Autonomo Sannazaro – abbiamo organizzato conferenze su diversi temi legati alla cultura e la democrazia . L’unica conferenza non autorizzata dalla preside è stata quella che vedeva ospiti gli avvocati di Acad e la famiglia di Davide Bifolco. Pacificamente gli studenti e il collettivo hanno dato lo stesso la possibilità di svolgere la conferenza e il dibattito, considerato essenziale e alla pari con altre tematiche trattate".

"Nel pieno svolgimento dell’attività, con una grande partecipazione di studenti e con i dovuti chiarimenti sulla situazione – spiegano gli studenti del liceo – un gruppo di professori eseguendo gli ordini della dirigente e della vicepreside sono entrati nell’aula magna, instillando panico e paura immotivata negli studenti, invitandoli ad uscire e interrompendo gli esperti che conferivano. Per noi questo è un atto violento, repressivo e svolto tramite prevaricazione e abuso della propria posizione sui ragazzi".

Atto che i ragazzi giudicano inoltre "profondamente offensivo verso la madre di Davide Bifolco", alla quale è stato impedito di "raccontare la storia di suo figlio e di dibattere sul perché questo possa succedere in un quartiere periferico di Napoli e non nella Napoli bene".

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