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Vomero Vomero / Via Consalvo Carelli

Anche Giacomo Rizzo in difesa del Cinema Arcobaleno

Il noto ed amatissimo artista partenopeo ha preso parte alla mobilitazione contro la chiusura della multi-sala di via Carelli promossa dal consigliere della V Municipalità Marco Trani

Anche il grande Giacomo Rizzo ha voluto esprimere il suo secco e deciso no alla chiusura del Cinema Arcobaleno. Il noto ed apprezzatissimo artista partenopeo ha infatti partecipato questa mattina alla mobilitazione tenutasi all'esterno della multi-sala di via Consalvo Carelli al Vomero, promossa dal consigliere della V Municipalità Marco Trani.

Presenti anche il presidente del Centro Commerciale Vomero Arenella Enzo Perrotta, da sempre in prima linea nella difesa delle attività commerciali sul territorio collinare e anch'egli tra i promotori dell'evento, il leader dei Verdi Ecorottamatori Francesco Emilio Borrelli e Mario Guida, storico titolare dell'omonima libreria.

Cinema Arcobaleno, mobilitazione contro la chiusura © M.Parisi/NapoliToday

"Sono molto legato al Vomero e al Cinema Arcobaleno in particolare. E' assurdo che per l'arricchimento di pochi, tanti presidi culturali della nostra città stiano chiudendo per sempre, desertificando sempre più i quartieri", ha detto Rizzo, tra i firmatari della petizione contro la chiusura della storica sala cinematografica, a cui hanno aderito molti cittadini.

"L'Arcobaleno è un simbolo del Vomero e quella che stiamo facendo è una battaglia per il quartiere, senza alcun quartiere politico - ha affermato Marco Trani - . Ringrazio tutti coloro che hanno voluto partecipare a questa mobilitazione. Questa chiusura sta passando un pò sotto silenzio ed i cittadini devono fare la propria parte per non assistere impotenti alla deriva e all'impoverimento culturale del quartiere collinare".

"Noi nutriamo delle speranza che l'Arcobaleno possa riaprire - ha concluso il consigliere della V Municipalità e promotore della manifestazione - . Il locale ha un'estensione di 1900 mq e potrebbe essere diviso in due, mantenendo aperte tre sale cinematografiche e adibendo ad altri usi l'altra metà".

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