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Pizzo al porto di Torre del Greco: scattano 23 arresti

Le estorsioni realizzate dai clan Falanga, Di Gioia-Papale e dai cosiddetti Scissionisti ai danni degli operatori del porto, il principale volano economico della città

Ventitré persone ritenute responsabili di estorsione continuata, aggravata dal metodo mafioso, sono state arrestate la scorsa notte dai carabinieri del nucleo Investigativo di Torre Annunziata, che hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla magistratura napoletana.

Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno fatto luce su una lunga serie di estorsioni realizzate negli anni dai clan Falanga, Di Gioia-Papale e dai cosiddetti Scissionisti, le consorterie camorristiche attive a Torre del Greco, ai danni degli operatori del porto, il principale volano economico della città. I clan, da quanto si è appreso, imponevano a tappeto il pizzo a titolari di locali pubblici ed a quelli di attività marinare, di ormeggio e di pesca.

Tra gli imprenditori taglieggiati dai due gruppi criminali sgominati figurano ormeggiatori, titolari di rimesse per barche, il titolare di due distributori di benzina ed il socio di un bar. Alcuni di loro hanno denunciato i responsabili delle estorsioni, rivelando che nell'estate del 2009, in seguito all'omicidio del boss Gaetano Di Gioia e alla scissione avvenuta all'interno del clan da lui capeggiato, gli operatori del porto furono costretti a pagare entrambi i gruppi criminali. Le dichiarazioni delle vittime, assieme a quelle di alcuni collaboratori di giustizia, sono contenute nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Francesca Ferri.  (Ansa)

Estorsioni nel porto di Torre del Greco © Tm NewsInfophoto

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