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Faida nel clan Lo Russo, in manette gli esecutori dell'agguato nel centro scommesse di Miano

Vincenzo Bonavolta detto "Cenzore", e Luciano Pompeo (fratello del boss Luigi), agirono il 5 agosto 2011 uccidendo Salvatore Scognamiglio e Salvatore Paolillo

Secondo gli inquirenti, sono i killer di Salvatore Scognamiglio e Salvatore Paolillo, uccisi a Miano il 5 agosto del 2011 in un centro scommesse per conto del clan Lo Russo. Vincenzo Bonavolta detto "Cenzore", e Luciano Pompeo (fratello del boss Luigi), volti coperti da caschi integrali, vennero ripresi dalle telecamere di videosorveglianza in un feroce agguato-lampo durato solo sette secondi, e portato a termine davanti a numerosi clienti.

Sono stati diversi collaboratori di giustizia ex affiliati al clan ad indicarli come colpevoli dell'azione criminale. Si trattava di una resa dei conti interna alla stessa fazione dei Lo Russo, maturata dopo che Salvatore Lo Russo, padre di Antonio, aveva scelto la strada del pentimento.

L'OMICIDIO: LE IMMAGINI DELLA VIDEOSORVEGLIANZA

Secondo quanto emerso dalle indagini, fu Mario Lo Russo, zio di Antonio, una volta appresa la notizia della scelta fatta dal fratello Salvatore, a decidere che il nipote Antonio non potesse continuare ad essere alla guida del clan. Il boss sarebbe dovuto diventare proprio uno degli assassinati, Salvatore Scognamiglio.

Dopo l'eliminazione di Scognamiglio, Antonio Lo Russo, sebbene latitante e figlio di un pentito, ha continuato a guidare il clan fino al suo arresto, avvenuto nel 2014 a Nizza.

Bonavolta e Pompeo, entrambi già detenuti, dovranno rispondere anche di porto e detenzione illegali di armi, reati che – insieme all'omicidio – sono caratterizzati dall'aggravante mafiosa.

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