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Morte Giulio Murolo, il cappellano del carcere: "Il suo unico intento dopo la strage era di farla finita"

Don Giovanni Liccardo ha seguito il percorso interiore in carcere dell'autore della strage di Secondigliano: "Si è ucciso in piena coscienza"

Giulio Murolo, l'autore della "strage di Secondigliano", avvenuta il 15 maggio del 2015, nella quale uccise come un cecchino dal balcone di casa cinque persone, è morto per una grave crisi cardio-respiratoria, dopo aver tentato il suicidio in carcere qualche giorno prima ingerendo delle pillole.

Don Giovanni Liccardo, cappellano del carcere di Poggioreale, è stato tra i primi a parlare con l'uomo nei momenti successivi alla strage e a seguirne il percorso nel carcere. Con un post scritto su Facebook, ha così commentato la morte del 49enne: "Abbiamo cercato, con tanta pazienza e amore di fargli prendere coscienza di ciò che aveva fatto. Quando ha preso coscienza, l'unico suo intento era quello di farla finita. E' stato autore di una strage quando era completamente fuori di sé e si è suicidato pienamente in sè. Fui il primo ad incontrarlo. Riposi in pace".

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