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Pomigliano, accordo firmato. Fiom proclama lo sciopero

Venerdì 28 gennaio stop di otto ore dei metalmeccanici. "L'obiettivo strategico della Fiat è chiaro: provare a cancellare in modo definitivo il sistema dei diritti individuale e collettivi nel lavoro"

Il Comitato centrale della Fiom ha approvato il documento finale che, accogliendo la richiesta della Segreteria, proclama otto ore di sciopero generale dei Metalmeccanici per venerdì 28 gennaio. E' stato approvato con 102 voti a favore, nessun contrario e 29 astenuti, tra cui il leader di un'area di minoranza Fausto Durante.

"L'obiettivo strategico della Fiat è chiaro - si legge nel documento - provare a cancellare in modo definitivo il sistema dei diritti individuale e collettivi nel lavoro".

"Ci sono state delle astensioni ma nessun voto contrario. Il voto di oggi conferma che tutta la Fiom è unita contro un accordo che giudichiamo inaccettabile". Questo il commento del leader dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini.

Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, ha invece fatto sapere: "Con Pomigliano Marchionne prosegue nella sua strategia basata su ricatti mafiosi e finalizzata a distruggere la Costituzione. Cosa aspetta la Cgil a dichiarare lo sciopero generale per fermare questa strategia golpista e anticostituzionale?".

Per Luigi De Magistris, eurodeputato IdV e responsabile giustizia e sicurezza del partito: "L'accordo separato su Mirafiori e Pomigliano testimonia quale sia la volontà del governo, di Confindustria e della Fiat: aggredire il mondo del lavoro e i suoi diritti, silenziare il sindacato fedele alla sua missione originaria, fare carta straccia del Contratto nazionale e travolgere la Costituzione. Tutto questo non può che ripercuotersi negativamente sulla stessa democrazia. Le forze politiche che hanno a cuore lavoratori e diritti, essenza della nostra Repubblica, devono sostenere - sottolinea l'esponente Idv - la richiesta della Fiom di proclamare uno sciopero generale che mandi un segnale chiaro di opposizione a quanti cercano di riportare indietro le lancette della storia, del diritto del lavoro, della democrazia". "Non è ammissibile - conclude - che il più importante sindacato metalmeccanico sia escluso dalla concertazione sindacale o debba assistere silente a un referendum-ricatto, che mette i lavoratori spalle al muro di fatto rendendoli non liberi di esprimersi sul loro futuro e sulla loro vita".

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