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Roberta Bruzzone a Pomigliano: "Non esistono pazzi che uccidono"

Ieri alla Distilleria la presentazione del libro "Chi è il colpevole". La criminologa: "Ho cercato di rendere fruibili a tutti temi spinosi e complicati. Il colpevole è quasi sempre una persona normale"

Ha gli occhi azzurri, la voce un pò alta e distante. Guarda tutti con estrema attenzione mentre sorseggia il suo drink e aspetta di poter parlare e analizzare il suo libro, "Chi è l'assassino, diario di una criminologa".

" Nella mia vita ne ho viste di tutti i colori"- dice Roberta Bruzzone-  "sono stata la protagonista di storie incredibili che mi hanno insegnato che la realtà è ben oltre a quella che crediamo di vivere".  Un lavoro particolare, il suo, che tenta di raccontare, con semplicità. "Io e il mio staff ci siamo trovati ad affrontare delle situazioni gelide, come quando siamo entrati, per la prima volta, nell'abitazione della strage di Erba. Ho sentito un freddo pungente e imperturbabile. Non lo dimenticherò mai".

"Il libro vuole rendere fruibile a tutti, temi spinosi e complicati ma che da sempre hanno appassionato il pubblico. Nel mio lavoro cerco di capire chi è davvero il colpevole di un omicidio e non c'è alcun punto interrogativo in questo. Il colpevole è quasi sempre una persona normale, come me, come voi. Non esistono pazzi che uccidono. Ad uccidere, sono persone rispettabili che hanno delle strategie e che cercano sempre di allontanare le indagini dalla propria persona".

" Cosa ricorda del caso Sara Scazzi?- le chiede una persona tra il pubblico- " Ricordo molto bene una chiacchierata che ebbi con Michele Misseri. Parlammo per un pò e all'improvviso si fermò, alzò gli occhi al cielo e mi disse che non era stato lui ad uccidere Sara ma la figlia, Sabrina. Io rimasi sconvolta e lo pregai di raccontarlo ai magistrati".

" Perchè alcuni casi restano irrisolti?- le chiedono. "C'è molta imcompetenza in giro. Il caso di via Poma, per esempio, è stato trattato malissimo, soprattutto per quanto riguarda i reperti che sono serviti alle indagini. Il sangue che era stato trovato non era della vittima ma del colpevole, e se questo fosse stato conservato, ora noi sapremmo con certezza chi è l'assassino. Ma questo non è stato fatto. Si figuri che, allora, qualcuno disse che il gruppo sanguigno con il tempo poteva anche cambiare.. Questo è il paese in cui viviamo".

"E del caso Chiara Poggi cosa ci può dire?" Il caso non verrà mai più riaperto. Se fosse stato Stasi ad uccidere Chiara, gli è andata bene. C'erano altre direzioni nelle quali le indagini potevano volgere, ma non è stato così. Queste non sono state minimamente considerate".

Roberta Bruzzone a Pomigliano d'Arco - F. Rondini/NapoliToday


"Quanto i media hanno influenzato le indagini e anche le testimonianze dei presunti colpevoli?- le chiediamo alla fine dell'incontro. "Guardi, oggi c'è un'apertura informativa incredibile e i magistrati vengono molto pressati dai giornalisti. Ma non credo che siano addirittura influenzati. Per quanto riguarda le testimonianze, molte interviste fatte, sono dei tasselli importanti per le indagini stesse e spesso queste sono molto influenzate dalla stampa. Ma attenzione, la maggior parte delle informazioni che ci vengono date dai network e dalle televisioni sono comunque false. Chiunque può dire la sua e non sempre si ha la consapevolezza e l'autorevolezza per farlo".

 

 

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