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Pomigliano Pomigliano d'arco / via ex aereoporto

Pomigliano, operaio Fiom : "Torno in fabbrica con la scorta"

"Una volta lottavamo per condizioni migliori in fabbrica, oggi invece per rientrarci". E intanto il disagio cresce sempre più

Ciro D'Alessio, operaio Fiom di Pomigliano, non si fa intimorire dalle polemiche seguite alla sentenza che obbliga la Fiat ad assumere nello stabilimento campano 145 iscritti Fiom, di cui 19, lui compreso, entro metà novembre.

''Mi farò scortare dai carabinieri'', promette davanti al Lingotto dove è venuto per il presidio Fiom. Sulla petizione uscita dallo stabilimento con oltre 1700 firme contro quella sentenza, che mette contro lavoratori scelti dall'azienda e lavoratori iscritti alla Fiom che il diritto al rientro lo hanno ottenuto grazie al giudice, ha un giudizio netto. ''É un ricatto portato avanti dall'azienda con la complicità dei sindacati. Non si raccolgono 1700 firme in così poco tempo se non è stato tutto ben organizzato. Fino a due giorni prima c'erano operai in lacrime, che quell'appello non lo volevano firmare. Poi di colpo tutte quelle firme''.

Dice anche lui di non volere alcuna guerra tra poveri, come è scritto sulla petizione: ''Infatti noi vogliamo che in fabbrica ci entrino tutti, poi se ci sono altri problemi di assorbimento del prodotto, si facciano i contratti di solidarietà'''. ''Non lo fanno perchè in questo modo si spacca la fabbrica in due ed è più facile decidere di chiudere quando sarà il caso''- commenta Giacomo Zulianello della Fiom della Ex Bertone, ora Maserati. Questa mattina tra i 200 del presidio c'e' anche chi ammette di non aver sottoscritto la tessera della Fiom. E spiega: ''Come si diceva una volta, tengo famiglia? Continuo a condividere le loro idee, ma non sono più tempi in cui ci si può esporre.

"Una volta lottavamo per condizioni migliori in fabbrica, oggi invece per rientrarci''. Tra chi lavora a Mirafiori il disagio cresce, un' operaia Fiom, con 34 anni di Fiat alle spalle, lavora alla Mito, ed è considerata privilegiata: ''Gli altri operai ci chiamano l'elite, perchè noi della Mito siamo gli unici che lavoriamo a Mirafiori. Ma quale elite? Lavoriamo 3 giorni al mese e in rotazione, quindi non tutti i mesi. A novembre - prosegue - lavoreremo il 13, il 14 e il 15. Ma chi rientrerà lo saprà due giorni prima. Viviamo con l'incertezza''.

''Possibile - dice una sua collega - che uno stabilimento come Mirafiori che sfornava 7 modelli, ora venga tenuto aperto per produrre un pò più di mille macchine al mese? La gente in fabbrica se lo chiede continuamente''. C'e' chi vorrebbe una risposta ''anche brutta, almeno ci metteremo l'anima in pace''.

''Qualunque cosa dirà oggi Marchionne sugli stabilimenti italiani, se il governo è  diverso da quello precedente, lo incalzi, gli chieda conto'', conclude Zulianello. (Asca)

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