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Pomigliano Pomigliano d'arco / Via Ex Aeroporto

Gli operai della Fiat Pomigliano nelle zone terremotate dell'Emilia

Gerardo Giannone: "Vogliamo testimoniare la nostra vicinanza al popolo colpito dal sisma. É accaduto anche a noi nell'80. Lo stabilimento subì dei danni e la produzione si fermò per alcuni giorni"

La disgrazia ci rende simili, la solidarietà ci fa fratelli": è quanto scrive un gruppo di operai della Fiat di Pomigliano d'Arco, che il 28 giugno prossimo si recherà in alcune zone terremotate dell'Emilia Romagna, per portare la propria solidarietà e vicinanza ai colleghi, ai quali consegneranno un contributo grazie ad una raccolta fondi tra i cassaintegrati del Vico ed i lavoratori della newco Fabbrica Italia Pomigliano.

"L'idea è stata partorita nel reparto dei test driver - spiega Gerardo Giannone, operaio del gruppo Fiat a Pomigliano - ma si sono aggregati altri colleghi, per testimoniare la nostra vicinanza ad un popolo che sta vivendo il dramma del terremoto, così come accaduto a noi nell'80, quando la magnitudo sprigionata dalla terra raggiunse i 6.9, mietendo 2734 vittime. Anche il sito industriale di Pomigliano, che allora era Alfa Sud, subì dei danni e la produzione si fermò per alcuni giorni. Ma i danni per tutta l'economia delle zone colpite dal terremoto, furono ingenti. Per questo li raggiungeremo: abbiamo atteso un pò per non dare fastidio ai soccorsi".

E gli operai scriveranno il loro pensiero in una lettera aperta che consegneranno ai colleghi operai di San'Agostino a Ferrara, Crevalcore (fabbrica della Magneti Marelli ), Bologna e Reggio Emilia. "Da terremotati a terremotati - scrivono - da operai a operai. Voi Emiliani siete un popolo tosto, siete gente capace, allegra e grandi lavoratori. Ora il momento è triste e tanta ancora la rabbia che cova dentro, ma, noi siamo sicuri che sarete capaci di ripartire. Vogliamo ricordare una frase del Presidente Pertini, che il 26 novembre dell'80, tre giorni dopo il sisma, pronunciò dopo essersi recato appena il giorno prima nelle zone terremotate, denunciando il ritardo dei soccorsi e le mancanze gravi nell'azione dello Stato, ed affermare a nostra volta che qui c'entra la solidarietà umana, tutti gli italiani devono mobilitarsi per andare in aiuto ai fratelli colpiti dalla sciagura, perché il modo migliore per ricordare i morti è pensare ai vivi".

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