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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Fiat, Cisl: "Marchionne deve rilanciare Pomigliano"

Giuseppe Terracciano, segretario generale: "Occorre l'assegnazione di un ulteriore modello che garantisca la saturazione degli impianti e la piena occupazione lavorativa"

 

A gennaio 2010 la Fiat aveva predetto l’avanzamento della produzione della nuova Panda: 240 vetture al giorno, costruite impiegando 856 lavoratori, con un turno di verniciatura e due di montaggio. Vetture destinate al mercato italiano e europeo, soprattutto in Olanda, Germania e Belgio. Erano state annunciate 326 assunzioni e  l’inizio di un terzo turno di montaggio. Tutto il necessario per lasciarsi alle spalle la cassa integrazione e iniziare un limpido futuro lavorativo.

Per ora, però, l’ad Fiat, Sergio Marchionne, presenterà il suo nuovo piano aziendale e  probabilmente martedì prossimo incontrerà il neopresidente della Repubblica serba, come confermato dal ministero dell’Economia, Mladjan Dinkic. Si tratta della seconda visita nel giro di pochi mesi, dopo l’inaugurazione di uno stabilimento produttivo a Kragujevac a 150 Km a sud di Belgrado. La joint venture proprietaria della fabbrica è partecipata al 33% dal governo serbo e al 67% dal lingotto. "Come Fim Cisl avevamo come obiettivo quello di riaprire una fabbrica che sembrava definitivamente chiusa, Pomigliano" commenta a tempi.it, il segretario generale Giuseppe Terracciano in una breve intervista.

"Abbiamo monitorato la crescita occupazionale in modo da assicurare ai lavoratori l’uscita definitiva dalla precarietà- continua il segretario- Purtroppo il mercato condiziona i costruttori e fa soffrire le famiglie dei lavoratori"

 E alla domanda riguardo l'interesse del Lingotto nei confronti  di Mazda risponde: "Per quanto riguarda la concorrenza tedesca è improbabile che vi sia un collaborazione, quantomeno nell’immediato, viste le recenti polemiche.  Forse la Fiat affitterà alcuni impianti per produrre i loro modelli, esattamente come Marchionne sta facendo in Serbia. Personalmente non la ritengo un’idea industriale da buttare, ma va affiancata ad altro".

"Per fare in modo che Pomigliano torni a crescere, occorre che la Fiat metabolizzi, compatibilmente con i tempi tecnici, l’assegnazione di un ulteriore modello che garantisca la saturazione degli impianti e la piena occupazione. Servirebbero correttivi e occorre che il governo metta in campo azioni concrete, uscendo dalle buone intenzioni. Bisogna rilanciare i consumi, prevedendo un piano di intervento per il settore automotive e una maggiore coesione del sindacalismo confederale".

 
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