Alenia, tre stabilimenti a rischio tagli: tremano Pomigliano, Casoria e Capodichino
L'azienda intenzionata a collocare in mobilità numerosi dipendenti. Nola coinvolta nella crisi: a salvarla, le commesse legate alla lavorazione delle lamiere per fusoliere dei velivoli di linea Boeing e Airbus
Non solo Fiat. La crisi sta andando a colpire anche l’Alenia e i lavoratori del grande comparto aeronautico campano. L’azienda, infatti, vorrebbe ora collocare in mobilità una serie di dipendenti.
Nel dettaglio, a rischiare grosso sarebbero 2800 lavoratori della sede di Pomigliano, 450 addetti di Casoria e 550 di Capodichino. Secondo indiscrezioni che giungono dai sindacati, gli impianti a maggir rischio occupazionale sarebero proprio questi tre.
Anche per Nola un lieve coinvolgimento nella crisi, ma i rischi sarebbero minori grazie alle commesse legate alla lavorazione manifatturiera delle lamiere per fusoliere dei grandi velivoli di linea Boeing e Airbus.
Numerose le cause alla base della crisi. Nello stabilimento di Pomigliano, ad esempio, ci sarebbero alla base problemi di squilibrio tra i lavoratori diretti – impegnati nelle linee di produzione e giudicati troppi come numero - e quelli indiretti, ovvero gli addetti che non si occupano della manifatturiera dei lavori.
Quanto a Casoria, il sito sarebbe considerato una sorta di doppione, visto che le lavorazioni qui effettuate sarebbero identiche a quelle attuate altrove. Per Capodichino, infine, è prevista entro il 2013 la dismissione dela produzione del velivolo C27J, turboelica da trasporto truppa che riesce ad atterrare e decollare in spazi ristretti.
In ogni caso, i prossimi 2/3 anni saranno determinanti per un posizionamento competitivo di Alenia sui mercati. Ciò in considerazione del fatto che stanno entrando sulla scena internazionale aziende fino a ieri marginali come quelle dell’India e della Cina. E se l’attuale backlog garantisce la saturazione degli impianti fino al 2012, si fa decisivo per l’azienda acquisire nuovi ordini per superare quella data.