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Camorra, fermato fedelissimo del boss Setola

Gabriele Brusciano, detto "Massimo" è stato arrestato. È considerato un fedelissimo di Giuseppe Setola, il capo dell'ala stragista dei casalesi, per lui avrebbe ricoperto il ruolo di fiduciario sin dall'inizio della latitanza del boss

Gabriele Brusciano, 31 anni, detto 'Massimo' è stato arrestato, il fermo emesso dalla Dda di Napoli è stato eseguito dalla squadra mobile di Caserta. Per Brusciano l'accusa è di concorso in associazione di tipo mafioso.
“Massimo” già conosciuto alla forze dell'ordine, è considerato un fedelissimo di Giuseppe Setola, il capo dell'ala stragista dei casalesi, da tempo in carcere a Milano.

Dalle indagini è emerso che Brusciano avrebbe ricoperto, nell'ambito della fazione dei casalesi, facente capo a Francesco Bidognetti, detto 'Cicciotte e mezzanotte' e a Giuseppe Setola, il ruolo di fiduciario sin dall'inizio della latitanza di Setola.

Il vice questore Rodolfo Reperti ha spiegato così le attività dell’arrestato: "Un ruolo di primo piano di Brusciano è stato ricoperto anche durante la strategia terroristica del gruppo di fuoco, culminata con la strage di Castel Volturno del settembre dello scorso anno, quando furono uccisi sei immigrati di origine africana ed uno rimase gravemente ferito".

Brusciano, in particolare è accusato di avere fornito un importante supporto logistico al gruppo di fuoco provvedendo a individuare rifugi e a fornire di auto, moto, armi e munizioni a Setola e altri latitanti come Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo e Oreste Spagnuolo.

Brusciano, hanno spiegato gli investigatori, è stato, tra l'altro, per lungo tempo l'autista di Setola e in alcuni casi era l'unico a conoscere gli spostamenti del boss e i suoi rifugi. Avrebbe anche assicurato insieme con un altro fedelissimo della cosca, Salvatore Santoro, detto 'Salvaturiello', 22 anni di Aversa (Casertas), anche lui arrestato dalla mobile il 24 ottobre del 2008, i rapporti tra Setola, gli altri membri del gruppo di fuoco e gli affiliati alla fazione di Bidognetti, attraverso i 'pizzini' contenenti gli ordini del capo.

Gabriele Brusciano, insospettabile imprenditore, socio insieme con il fratello Luigi di un'avviata impresa la 'Sider legno' di Napoli, titolare di un porto d'armi, percepiva un normale stipendio dall'organizzazione, ma la sua affiliazione alla cosca era stata mantenuta segreta da Setola, anche nei confronti di altri componenti dello stesso gruppo di fuoco, così come rivelato anche dal pentito Oresto Spagnolo.

Brusciano era stato già arrestato, con l'accusa di associazione per delinquere di tipo camorristico nell'ottobre dello scorso anno. Il tribunale del riesame aveva però annullato l'ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, successiva al decreto di fermo della stessa Dda partenopea, emessa in sede di convalida, ritenendo insufficienti gli elementi indiziari a suo carico.

La polizia, di recente ha fornito alla magistratura napoletana ulteriori elementi che hanno portato a un nuovo provvedimento restrittivo. In particolare sono stati individuati auto e moto utilizzati dal gruppo di fuoco per alcuni omicidi e tentati omicidi, messi a disposizione, secondo quanto emerso dalle indagini e i riscontri dei pentiti, da Brusciano, che ne aveva la disponibiltà, attraverso alcuni fiancheggiatori della cosca. Uno delle moto usate dal gruppo di fuoco è stata trovata in uno dei covi dove furono arrestati Oreste Spagnuolo, attuale collaboratore di giustizia, Giovanni Letizia e Alessandro Cirillo.
Brusciano e alcuni congiunti avrebbero anche avuto, secondo i magistrati della Dda e la polizia, un ruolo nel riciclaggio dei proventi illeciti del clan, investiti mediante la costituzione di imprese fittizie che hanno consentito anche al clan di realizzare truffe. Anche a Brusciano, come altri elementi del gruppo stragista dei casalesi, è stata contestata l'aggravante di avere commesso i reati contestati con finalità terroristiche, per l'uso indiscriminato della violenza praticata dal gruppo Setola, al fine di incutere terrore e panico nella collettività e riaffermare la propria autorità sul Territorio.

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