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Suicidio in carcere a Poggioreale: la vittima era diventata papà di due gemelli da poco

"Una situazione intollerabile"

Un 30enne si è tolto la vita nel carcere di Poggioreale. L'uomo aveva avuto da poco due gemelli, ancora neonati.

“Con il suicidio di oggi di un giovane detenuto a Poggioreale-Napoli è stato raggiunto il terrificante numero di 81 suicidi dall’inizio dell’anno. Mai un numero così alto da oltre 20 anni: tra suicidi e decessi sono 195 le vittime in totale, senza sottovalutare che per un buon numero le cause sono ancora in corso di accertamento. È tempo di passare dalle parole di commozione, rabbia, denuncia ai fatti”. Lo afferma il segretario generale del S.PP. (Sindacato Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo che aggiunge: “una situazione di intollerabile vergogna a cui va rapidamente messo fine. Il personale di polizia penitenziaria è stanco di tenere il conteggio dei detenuti che si tolgono la vita e di rinnovare l’allarme a fare presto. E poi – altro elemento sempre più preoccupante – si abbassa l’età dei detenuti suicidi a riprova che i giovani, insieme ai tossicodipendenti e a quanti hanno problemi psichici sono i più fragili e vulnerabili. È legittimo chiedere di individuare responsabilità sulla circolare sui suicidi dimostratasi fallimentare, come la task force insediata dalla precedente Ministra Grazia e Giustizia, Cartabia? Lo stesso Capo del DAP Renoldi ha definito i suicidi “una sconfitta per le istituzioni”.

Del resto è troppo facile – continua Di Giacomo – procedere al classico ‘scarica barile’ delle responsabilità pur sapendo che né provveditori né direttori dispongono di risorse umane (psichiatri, psicologi) e finanziarie, strumenti e strutture per intervenire. E poi – aggiunge – un altro elemento sempre più preoccupante. Purtroppo – dice Di Giacomo - mentre si leggono impegni politici e dichiarazioni di nuovi parlamentari ed esponenti di Governo i suicidi dovrebbero riportare alla realtà del carcere ed accelerare le misure da prendere passando dalle parole generiche e di circostanza, quasi sempre le stesse, ai fatti. Anche gli annunci per la costruzione di nuovi padiglioni lasciano il tempo che trovano. Così come è troppo facile, come è accaduto sinora da parte del DAP, invitare i provveditori a garantire una particolare attenzione alla formazione specifica del personale, attraverso cicli di incontri a livello centrale e locale, destinati a tutti gli attori del processo di presa in carico dei detenuti. Questa mattanza silenziosa deve finire con misure e azioni concreti perché lo Stato ha in carico la vita dei detenuti e ne risponde. Si ascoltino le proposte del sindacato di polizia penitenziaria che quotidianamente si misura con l’emergenza suicidi e si metta mano alla manovra di bilancio rimediando al taglio di spesa imposto all’Amministrazione Penitenziaria e al personale”.

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