Crisi sale scommesse, un gestore: "Provo ad aiutare i miei dipendenti ma la situazione è difficile"
Da marzo a oggi, a causa del Covid, hanno lavorato neanche due mesi. Le parole di Andrea Savarese, titolare di una storica agenzia di scommesse a Fuorigrotta
La rete delle sale scommesse napoletane è in profonda difficoltà. Prima il lockdown di marzo, poi il nuovo stop iniziato il 26 ottobre ancora in corso. I numeri della crisi sono impietosi: la raccolta è scesa nel 2020 del 44,4% rispetto al 2019. La Campania in fatto di sale è infatti la regione che più ha sofferto gli effetti delle restrizioni anti-Covid, con più di 2.700 esercizi chiusi. Il tutto mentre i lavoratori sono fermi ormai da mesi e nella maggioranza dei casi ancora in attesa della cassa integrazione.
Andrea Savarese, 51 anni, titolare della storica agenzia di scommesse in viale di Augusto, a Fuorigrotta, dove lavorano altri cinque dipendenti. Savarese, 51 anni, è il titolare di una storica agenzia di scommesse in viale Augusto, a Fuorigrotta, dove lavorano cinque dipendenti. "Sono 40enni sposati e con a carico figli, affitti, bollette, tutta l’ordinaria amministrazione oggi non più sostenibile. Cerco di aiutarli come posso e chi può si fa dare una mano dai familiari, ma non tutti hanno risorse sufficienti", racconta ad Agipronews.
"Insieme all’Agsi, l’Associazione Gestori Scommesse Italia, ci siamo attivati per avere chiarimenti alla Regione sulla situazione dei lavoratori, e per chiedere almeno la tutela minima dei dipendenti. Ora attendiamo riscontri - prosegue Savarese, che poi spiega la situazione ristori - A causa di un problema nell’emissione degli importi, non abbiamo ricevuto quelli di marzo e quindi neanche quelli distribuiti a fine 2020".
Da marzo a oggi le sale hanno lavorato normalmente un paio di mesi, e ora la speranza è ripartire. Anche perché tutti si sono attrezzati per le norme anti-contagio. "Siamo preparati, come tutte le sale specializzate abbiamo spazio a sufficienza – conclude Savarese – Le casse sono dieci, le distanze possono essere rispettate tranquillamente e abbiamo una persona da mettere all’ingresso per regolare il flusso dei clienti. Siamo attrezzati per riaprire in sicurezza rispettando il protocollo sanitario. Speriamo che prima o poi il Governo ascolti quello che da mesi cerchiamo di fare capire".