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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Rimozione della colmata e bonifica: ordinanza di de Magistris su Bagnoli

Il provvedimento firmato oggi dal primo cittadino ordina a Fintecna un progetto per rimuovere la struttura industriale, a Cementir di mettere in sicurezza i propri terreni, ed a Città della Scienza di fornire dati sui propri suoli

Un progetto per la rimozione della colmata, per la messa in sicurezza dell'area Cementir e l'attestazione definitiva che i terreni su cui sorge Città della Scienza siano stati bonificati. L'ordinanza firmata oggi dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris vuole essere il punto di svolta per il definitivo rilancio del quartiere di Bagnoli. Un passo – così spiega in una nota il Comune – verso il “ripristino ambientale” inteso come “strumento per garantire la salute collettiva e il benessere dei cittadini”.

Nel provvedimento de Magistris “ordina a Fintecna Spa di provvedere, entro 30 giorni, alla presentazione del progetto per la rimozione integrale della colmata ai fini della messa in sicurezza dell'arenile di Coroglio-Bagnoli”, ed “a Cementir Italia Spa di provvedere, entro 30 giorni, alla realizzazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza permanente del sito contaminato di pertinenza ai fini della eliminazione dei pericoli per la salute collettiva”. Sempre entro 30 giorni, la Fondazione Idis-Città della Scienza dovrà provvedere “alla presentazione della certificazione di avvenuta bonifica ovvero alla messa in sicurezza permanente del sito contaminato ai fini della eliminazione dei pericoli per la salute collettiva”.

Il punto di partenza è che “allo stato sussistono rischi per la salute pubblica connessi alla presenza della colmata, alla mancata bonifica dei siti Cementir e alla mancata certificazione dell'avvenuta bonifica del sito Fondazione Idis, tanto che ancora perdura il divieto di balneazione e quello di frequentazione degli arenili”. Nell'ordinanza viene ricostruita la lunga storia della mancata bonifica della zona industriale del quartiere flegreo: un perdurare di criticità ambientali nonostante due accordi di programma quadro (2003 e 2007) e conferenze di servizi a cui non è mai seguita l'erogazione dei fondi necessari per la loro attuazione. Risorse che nel corso degli anni sono state ridotte, passando dagli iniziali oltre 200 milioni di euro ai circa 50 milioni di euro del marzo 2012.

L'obiettivo dichiarato dall'amministrazione è procedere con urgenza onde evitare un aggravamento della situazione di inquinamento. I fondamenti di giurisprudenza su cui si basa il provvedimento deciso da de Magistris sono sia di diritto nazionale che transnazionale. Nella giurisprudenza nazionale il diritto alla salute e ad un ambiente salubre sono sanciti dall'articolo 32 e 9 della costituzione, principi poi rimarcati in alcune sentenze del Consiglio di Stato; in quella transnazionale l'ordinanza si appella alla Carta di Nizza e alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Due i principi di matrice comunitaria ispirano l'ordinanza: quello di precauzione, che prevede “in capo alle istituzioni, ivi comprese quelle locali, l'adozione di misure indispensabili di cautela, anche per il caso di rischi solo potenziali”, e quello del “chi inquina paga” stabilito dalla Corte di Giustizia europea e dal Tuef secondo cui “l'obbligo di riparazione incombe soprattutto sugli operatori in misura corrispondente al loro contributo al verificarsi dell'inquinamento”.

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