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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Bagnoli Bagnoli / Via Giusso Girolamo

Un menù "speciale": ragazzi disabili al lavoro col Gruppo Mah

Grazie a "Specialità", ragazzi diversamente abili servono ai tavoli e lavorano nelle cucine del circolo Un Filo d'Olio di via Giusso a Bagnoli. Brigida Buzio, tra i volontari dietro al progetto: "La parola d'ordine è integrazione"

Giorgia e Denis hanno 16 e 29 anni, ed ogni lunedì rispettivamente cucinano e servono ai tavoli del circolo culturale "Un Filo d'Olio" in via Giusso, a Bagnoli. È la prima volta che lavorano: retribuzione, orario regolare, tutto a dispetto della loro disabilità intellettiva. Come loro, a rotazione altri 14 ragazzi.
NapoliToday ha intervistato Brigida Buzio, del direttivo del Gruppo Mah Onlus, ovvero l'associazione che ha permesso tutto questo potesse accadere.

“L'associazione – ci spiega Brigida – nasce da un gruppo di genitori di bimbi speciali, iscritti tutti alla scuola Madonna Assunta di Bagnoli. La dicitura Mah sta per Madonna Assunta Handicap. Il gruppo è nato per darci sostegno a vicenda, per restare uniti e aiutarci l'un l'altro ad affrontare un comune disagio. Poi siamo diventati amici”.

Da lì, l'impegno per fare insieme qualcosa di concreto.
“Un bel giorno ci è venuta l'idea di creare un bed and breakfast gestito da ragazzi disabili e normotipici. Perciò, nel luglio 2013, ci siamo costituiti associazione”.

E il progetto 'Specialità'.
“Oltre al bed and breakfast, abbiamo pensato a dei corsi di formazione in cui i ragazzi diversamente abili lavorassero e imparassero insieme a dei normotipici. Da qui l'idea del progetto 'Specialità'. La parola d'ordine è integrazione. L'obiettivo è integrare i disabili nel mondo del lavoro. Questo presuppone un grande lavoro di educazione sulla popolazione, in modo che per tutti sia normale entrare in un bar e trovare un barista affetto dalla sindrome di down piuttosto che andare al ristorante ed essere servito da un ragazzo autistico”.

Come avete messo concretamente in piedi l'idea?
“Abbiamo esposto il progetto al circolo culturale Un Filo d'Olio, e i soci si sono mostrati entusiasti. Uno di loro, Ivan Esposito, ci ha detto di cominciare anche subito: il lunedì restano chiusi, così avremmo avuto l'intero locale a nostra disposizione. Così, abbiamo messo su un progetto di formazione e lavoro che prevede tre lunedì in cui due ragazzi normotipici insieme a due ragazzi disabili fanno formazione di cucina e sala, e altri tre lunedì a seguire in cui la possono lavorare col pubblico”.

Formazione, quindi tutor.
“Al lavoro c'è una rete altamente qualificata di volontari, ci tengo a dirlo. Un tutor per ogni disabile, ed uno staff cucina di cui anche io faccio parte. I tutor sono costituiti da una psicologa, una delle poche a Napoli ad occuparsi di Aba, da un'operatrice Osa della nostra scuola, da un educatore di ragazzi disabili, da un insegnante di sostegno. Intorno a quello che era già un bel gruppo si sta creando una meravigliosa rete di collaborazioni e donazioni”.

Donazioni. Com'è possibile contribuire? I ragazzi che partecipano vengono pagati, giusto?
“Esatto. Mentre noi siamo tutti volontari, i quattro ragazzi percepiscono un piccolo rimborso spese nei lunedì in cui lavorano col pubblico. Per quanto riguarda il contribuire, il lunedì sera c'è menu fisso ad Un Filo d'Olio, si paga 20 euro per antipasto, primo, dolce, acqua e vino, e si sostiene così il nostro progetto. C'è poi la possibilità di tesserarsi alla nostra associazione o donare il cinque per mille”.

Il futuro del progetto 'Specialità' e di Mah Onlus?
“Vorremmo che tanti ristoratori e aziende sposino la nostra idea, così da favorire un vero e proprio cambiamento nella nostra società. Vorremmo che quello che per molti adesso è diverso possa finalmente diventare normale. Al Comune, come associazione, abbiamo fatto intanto varie richieste per ottenere una sede idonea, magari che so, confiscata alla camorra, o piuttosto dei finanziamenti. Per ora tutto tace”.

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