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Bagnoli Bagnoli / Via Diocleziano

Bagnolifutura verso il fallimento, che ne sarà della bonifica?

Fintecna, coinvolta da de Magistris nella riqualificazione del quartiere flegreo attraverso l'ordinanza-Bagnoli, batte cassa: la stu le deve 59 milioni. Che non ci sono

Bagnolifutura, la società di trasformazione urbana (compartecipata da Comune, Provincia e Regione) alla quale è stato affidato il compito della bonifica del quartiere flegreo, è ad un passo dal fallimento.

Tra i vari debiti della Stu (circa 300 milioni) ci sono 59 milioni da restituire a Fintecna: questa ha depositato al tribunale un'istanza di fallimento volta al recupero della cifra. Un'istanza che potrebbe fare scuola tra gli altri creditori di Bagnolifutura. Il debito verso Fintecna risale a dodici anni fa. Al tempo, Bagnolifutura rilevò i terreni di Cimimontubi e Mededil (poi passate alla società della Cassa depositi e prestiti) per annetterli all'area su cui lavorare.

“Ci eravamo accordati per una moratoria fino a luglio 2014”, spiega il presidente di Bagnolifutura, Omero Ambrogi. La compartecipata ad ogni modo formulerà a breve una proposta di accordo, che si dice possa provare a coinvolgere Fintecna nel recupero dell'area. Un recupero al quale – ed è forse questa la ragione per cui la società ha cambiato la sua politica in fatto di riscossione crediti – è già stata coinvolta da de Magistris, che con la sua ordinanza dello scorso 3 dicembre le ha intimato di provvedere a presentare un progetto per la rimozione integrale della colmata a mare.

A nulla è valso fin qui il ricorso successivo al Tar di Fintecna, motivato dal fatto che la società avrebbe consegnato i suoli in questione sin dal 2003 all'Autorità Portuale.

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