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Venerdì, 19 Aprile 2024
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San Carlo, lettera aperta dei lavoratori al ministro Bray: "Bisogna salvare il Teatro"

"Abbiamo già perso in termini occupazionali e retributivi, visto che i nostri livelli salariali sono fermi da almeno dieci anni", accusano i lavoratori del San Carlo

Lettera aperta rivolta al ministro Bray da parte dei lavoratori del teatro San Carlo, che chiedono un intervento per salvare il Massimo di Napoli.

"Gentile Ministro Bray, I lavoratori del Teatro di San Carlo, riconoscendo la Sua sensibilità alle problematiche delle fondazioni lirico-sinfoniche e la Sua attenzione alla valorizzazione e al sostegno di tutte le espressioni artistiche e culturali del nostro Paese, auspicano un Suo intervento fattivo nella risoluzione della vertenza del Massimo partenopeo. Aiutare il teatro lirico significa offrire alle giovani generazioni, la possibilità di esercitare la propria arte nel Teatro di San Carlo di Napoli, il Teatro più antico d’Europa, la cui illustre tradizione è nota a tutto il mondo. Offrire loro spazi da cui possano sprigionare e diffondere il talento. Sapendo che la musica produce lavoro, attira pubblico, incentiva il turismo e alimenta la creatività. La nostra è un’industria al centro del paese, ha detto un nostro collega, le nostre maestranze, i nostri tecnici, amministrativi, sarti, macchinisti, operai hanno voglia e capacità per farla decollare. La musica è, in altre parole, una parte fondamentale dell’economia di un territorio già tanto martoriato. Giorgio Bocca ha scritto: “Napoli adagiata sul golfo è stupenda, ci si chiede se anche questa bellezza non faccia parte della maledizione della città, non faccia parte del prezzo spaventoso che paga per esistere”. Ci chiediamo se anche il nostro Massimo non stia pagando lo stesso prezzo per altrettanta bellezza! Il fallimento della legge 367 necessità di una riforma vera del settore, la soluzione di un nuovo centralismo ministeriale non ci sembra assolutamente, per Napoli, la più opportuna. Il Teatro di San Carlo ha conseguito ben sei pareggi di bilancio negli ultimi anni, la situazione economica, come dichiarato, attraverso i mezzi di stampa, dalla Soprintendente Purchia , è solida e la gestione virtuosa, vantiamo ben ventinove milioni di euro di crediti, tutti certi ed esigibili. Signor Ministro, chiediamo chiarezza sulla palese contraddizione tra i pareggi di bilancio e l’adozione di provvedimenti restrittivi, legati a gravi situazioni di crisi economica. Per questo motivo ci opponiamo all’ipotesi di un nuovo commissariamento ed al Decreto Valore Cultura, che non è una legge di sistema e non garantisce un futuro sereno, certo e stabile ai Teatri d’Opera. Non si può attribuire al solo costo del lavoro la grave crisi delle fondazioni lirico-sinfoniche, riteniamo invece che sia la conseguenza diretta delle cattive gestioni e di amministrazioni incapaci, delle quali si assolve ogni tipo di responsabilità. Abbiamo già perso in termini occupazionali e retributivi, visto che i nostri livelli salariali sono fermi da almeno dieci anni, e mai nessun provvedimento ministeriale, quale il commissariamento, ci è parso risolutivo, come la storia recente del nostro Massimo dimostra. Chiediamo perciò di ritornare ad una sana gestione ordinaria, grazie al coinvolgimento e all’impegno di tutte le nostre istituzioni locali, chiediamo uno staff manageriale consapevole delle esigenze del territorio nel quale il Teatro di San Carlo affonda le sue radici. Fiduciosi della Sua disponibilità, Le porgiamo un caro saluto".

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