Il Gran Caffè Gambrinus torna alle origini, ecco le nuove sale|VIDEO
Il Gran Caffè Gambrinus torna alle origini con la riacquisizione, in virtù dell'accordo in Città Metropolitana, delle due storiche sale su via Chiaia ai civici 3 e 4. I lavori per la loro messa in funzione effettiva dovrebbero durare sei mesi, consentendo alla caffetteria di incrementare il numero di posti a disposizione e di diversificare, nel caso, anche l'offerta ai clienti.
All'inaugurazione erano presenti tra gli altri anche il sindaco Gaetano Manfredi e il deputato Francesco Emilio Borrelli.
“Finalmente il nostro Gran Caffè ritorna alla sua dimensione originaria, continuando ad essere un caffè letterario e a promuovere le numerose iniziative culturali di Napoli. E' un ritorno alle origini, rioccupiamo le sale un tempo frequentate da Matilde Serao, Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, Benedetto Croce e Gabriele D’Annunzio. Una volta ottenuto il permesso della Soprintendenza, potremo iniziare l'opera di riunificazione. E' anche tempo del passaggio delle consegne con la nuova generazione del Gambrinus e mi riferisco a Benedetta Sergio, Michele Sergio e Massimiliano Rosati, che sono riusciti ad acquisire gli originali vani che costituivano il corpo storico del locale", spiega un emozionato amministratore unico del Gambrinus Arturo Sergio.
Foto di Giulia Averaimo
La storia
Il Palazzo della Prefettura, già Palazzo della Foresteria fu costruito agli inizi dell’800, precisamente nel 1815, su progetto dell’architetto neoclassico Leopoldo Laperuta (1771-1858), quando il Re Ferdinando I decise di erigere un fabbricato - sul terreno ricavato dal preesistente convento di Santo Spirito, sorto nel 1326 - per ospitare i forestieri che venivano a visitare la corte borbonica.
Nel 1890, su progetto di Antonio Curri e la partecipazione di 43 collaboratori tra scultori e pittori, al pian terreno dell'edificio fu realizzato il Caffè Gambrinus che prosperò fino al 1938, allorquando il prefetto Giovanni Battista Marziali ne ordinò la chiusura perché considerato luogo antifascista. Da quel giorno i locali furono ceduti in parte al Banco di Napoli, in parte ad altri esercizi.
Dal 1973 si è assistito a un progressivo recupero, che ha portato il Caffè a essere quello che è oggi. L’atto firmato questa mattina può, adesso, 85 anni dopo il suo smembramento, costituire il primo passo per il recupero della sua dimensione originaria, mantenendo la funzione di caffè letterario e di promotore di iniziative culturali nel salotto della Città. “L’evento segna un'altra importante tappa nel processo di valorizzazione dei beni del patrimonio dell’Ente – ha affermato il Consigliere Delegato Sabino - e, considerato il particolare interesse storico dell’immobile, è foriero di nuove forme di partecipazione e condivisione di progetti e iniziative in un percorso di valorizzazione di più ampio respiro, per il rilancio culturale di tutta l’area metropolitana”.
Foto di Giulia Averaimo