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Chiaia Chiaia / Piazza Amedeo

Presunto tentato rapimento, la donna accusata non parla

C'è ancora poca chiarezza sul presunto tentativo di rapimento di un bimbo avvenuto ieri. La donna, sottratta dai carabinieri al linciaggio della folla, non risponde alle domande. Si ipotizzano disagi psichici, ma i militari ancora indagano

Ulteriori dettagli emergono sul presunto tentativo di rapimento di un bambino avvenuto ieri nella fermata della metro di Piazza Amedeo. La donna fermata dalle forze dell'ordine non risponde alle domande, mostra di non comprendere la lingua e non fornisce elementi sulla sua identità e sulla nazione di provenienza.

La donna che è in stato di fermo nella caserma dei carabinieri di Posillipo è probabilmente originaria dell'est europeo e forse affetta da qualche problema psichico. Sono queste alcune delle ipotesi formulate dagli investigatori che indagano sull'episodio.

Nei pressi dei binari, la donna avrebbe tentato di strappare dalla mano della madre un bambino di 5 anni. Lo ha raccontato - prima in stato di agitazione alla gente che si è radunata dopo il trambusto determinato dalle grida di spavento poi con più calma agli inquirenti - la stessa madre, una 35enne napoletana.

Un addetto della metropolitana è stato il primo a soccorrerla e a farla accomodare con il bimbo in un gabbiotto, mentre la sconosciuta veniva bloccata da alcuni viaggiatori. Ben presto si è formata una folla minacciosa, la donna è stata in pratica sottratta al linciaggio dall'arrivo dei carabinieri.

Un altro paio di testimoni che avevano assistito all'aggressione hanno confermato punto per punto le dichiarazioni della madre del bambino. Dalla presunta rapitrice, priva di documenti, gli investigatori non sono invece riusciti a ottenere alcuna spiegazione sull'accaduto.

Qualche elemento di chiarezza potrebbe essere fornito dalle immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso collocate nella stazione della metropolitana. Tra la gente che si è radunata sul luogo opinioni assai contrastanti: c'è chi sostiene che si sia trattato di un equivoco e chi ritiene invece che sia stato un tentativo di sequestro scongiurato dalla reazione della madre.
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