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Elezioni a Caivano: sicurezza sviluppo e salute, la ricetta di Monopoli

Simone Monopoli è candidato alla carica di sindaco di Caivano con il Partito della Libertà. Laureato in Medicina, è appoggiato da sette liste

Cita l’articolo 48 della Costituzione e rilancia il concetto di “comunità di destino” Simone Monopoli, ex assessore alla Pubblica istruzione, Sport e Spettacolo della Giunta Papaccioli e candidato sindaco al Comune di Caivano. Quarantasei anni, una laurea in Medicina e Chirurgia all’attivo, è appoggiato da sette liste: Alleanza di popolo, Italia popolare-Popolari, Popolari-Udeur, Nuova Italia, Pdl, Alleanza di centro e Democrazia cristiana.

Il suo programma elettorale è incentrato sulle tre esse di sicurezza, sviluppo e salute. Ci spieghi meglio cosa ha in mente per la città di Caivano?
La sicurezza va portata avanti da due punti di vista: prima la lotta alla macro e micro criminalità, poi la promozione di una cultura della prevenzione. E’ necessario installare apparecchi di videosorveglianza per le strade del centro e della periferia e aumentare il numero dei vigili urbani. Centrale è la lotta alla dispersione scolastica e l’aumento del tempo prolungato nelle scuole. L’assistenza sociale va potenziata. Lo sviluppo della città passa attraverso la rivisitazione del piano regolatore, la riqualificazione del territorio e il rilancio dell’edilizia. La salute dei cittadini va salvaguardata estendendo la raccolta differenziata all’intero territorio comunale e prevedendo premi per le famiglie virtuose. Deve essere realizzata, inoltre, la bonifica dei siti inquinati dallo sversamento illegale dei rifiuti ingombranti e del materiale chimico.

Tre elezioni negli ultimi cinque anni con la caduta dell’amministrazione di centrodestra per ben due volte. Quanto inciderà l’astensionismo sul risultato del 28 e 29 marzo?
Temo l’astensionismo, ma non lo giustifico. La popolazione ce l’ha con la classe politica e non ha tutti i torti. Io sono stato il primo assessore dell’amministrazione Papaccioli a lasciare la Giunta perché le promesse fatte in campagna elettorale venivano sistematicamente disattese. In nome di quelle trasparenza e onestà intellettuale che mi hanno sempre contraddistinto, ho dimostrato di non essere attaccato alla poltrona. La gente lo ha capito, l’elettorato di Caivano è intelligente e la mia coalizione lotterà fino alla fine per convincere i cittadini ad andare alle urne. Il diritto di voto è sancito dalla Costituzione. Questo momento politico è troppo importante per sprecarlo con il non voto. Bisogna andare ai seggi e votare uno dei miei candidati, l’unica vera alternativa possibile.

Qual è il primo provvedimento che metterà  in campo una volta indossata la fascia tricolore?
Ho un obiettivo: portare il popolo al potere, aprire il portone del castello comunale per creare un centro di ascolto tra rappresentanti politici e cittadini. Aprirsi al confronto per dare alla gente quelle risposte che sono mancate in tutti questi anni di malgoverno. La popolazione va ascoltata, capita. Le decisioni amministrative vanno prese collegialmente, ascoltando tutti i suggerimenti e le proposte di miglioramento, per mettere al primo posto il bene comune e la risoluzione dei problemi.

Secondo lei Caivano è una città  malata?
Caivano è  un malato che può guarire, ha solo bisogno di trovare il medico giusto. Esercito già questa professione nella vita quotidiana e sono impegnato costantemente nel sociale. Sono convinto di poter essere una valida alternativa ai personalismi del passato e portatore di una vera rivoluzione delle coscienze. Credo fermamente nel concetto di “comunità di destino”, incentrato sulla creazione del benessere sociale tra tutti i suoi componenti.


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