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Caivano, crisi rifiuti. Lettera aperta a de Magistris

I comitati: "Ci aspettiamo segnali dall'Amministrazione che debbano essere anche diretti a queste comunità alcune delle quali, proprio in vista dell'emergenza, danno il proprio contributo pagando un conto salato"

"Non riteniamo più accettabili le dinamiche da 'agguato' e i silenzi scelti dal tavolo Provincia-Comune". I comitati dei cittadini di Caivano scrivono a de Magistris. Descrivono l'ultima crisi dei rifiuti come il prodotto di un fallimento trasversale di un'intera classe dirigente. "In 20 anni non si è saputo dare risposte al governo del ciclo dei rifiuti e poco si può addebitare ad un'amministrazione comunale insediatasi da pochi giorni - precisano - apprezziamo gli sforzi della giunta per dare un nuovo corso alla gestione dei rifiuti".

L'incremento della diffusione della raccolta differenziata, la realizzazione di siti di compostaggio per la frazione umida e ancora, il trattamento industriale della componente secca per ricavarne nuovi e innovativi materiali e l'opposizione alla realizzazione di un nuovo inceneritore e nuove discariche. Questi sono i punti chiave del programma del primo cittadino partenopeo con cui concordano i cittadini dei comitati. Nella lettera aperta inviata a Luigi de Magistris, l'assessore all'Ambiente Tommaso Sodano e al presidente dell'Asia Raphael Rossi, spiegano: "In questo nuovo corso, partendo dal presupposto che quest'esperienza amministrativa della città di Napoli è per certi versi l'esperienza della società civile allargata e pertanto è seguita con interesse ed attenzione da territori e comunità che vanno al di là del capoluogo, ci aspettiamo segnali dall'Amministrazione che debbano essere anche diretti a queste comunità, alcune delle quali, proprio in vista dell'emergenza, stanno dando il contributo più grande pagando il conto più salato".

I territori devastati da incremento di casi di tumore e di inquinamento sono Acerra e Caivano, ma dove negli anni si è sviluppato una coscienza, nonché un'attenzione molto alta ai problemi legati all' ambiente. I comitati e i cittadini di Acerra e dei Comuni a Nord di Napoli descrivono come 'dinamiche da agguato' e 'i silenzi scelti dal tavolo Provincia-Comune' quelle attivate per individuare, ancora una volta in quei comuni, i siti di trasferenza, nonostante le parti in causa conoscessero 'la peste del pantano'.

"La cosa che ci sembra più incomprensibile è che si siano individuati siti privati, come nel caso di Ital Ambiente. Non capiamo come l'Amministrazione possa accettare di alimentare questa gestione delle emergenze. Non è ammissibile che la comunità paghi decine di migliaia di euro al giorno per accogliere sul proprio territorio una bomba ecologica. Questi siti, in circostanze di emergenza e di sospensione del diritto alla salute e tutela dell'ambiente andrebbero semmai requisiti, per evitare che la comunità paghi oltre in termini di tutele sospese anche in termini economici. Così si potrebbe disincentivare emergenze 'pilotate' e insediamenti produttivi senza nessun valore industriale".

Dunque l'inversione di tendenza della giunta De Magistris deve sostare necessariamente e passare anche per Caivano e Acerra. I cittadini chiedono che raggiunti i 30 e 60 giorni stabiliti dalle ordinanze di Cesaro, quei rifiuti dovranno essere rimossi, pertanto i primi siti ad essere svuotati devono essere Acerra e Caivano. Commentano con ironia: "Per la prima volta nella storia un sito connotato come di trasferenza, lo sarebbe di nome e di fatto". A queste richieste aggiungono la bonifica dei territori: "Le chiediamo di farsi promotore di un tavolo istituzionale che coinvolga Regione, Provincia e Comuni, affinché su queste aree si avvii un serio programma di bonifiche e tutela ambientale".

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