Bar Seccia, saracinesce alzate contro il racket
Dopo l'incendio doloso che lo distrusse a Capadonna, ieri sera c'è stata la riapertura del bar Seccia a via Monteoliveto. Presenti anche il cardinal Sepe, il prefetto Pansa e, ovviamente, il proprietario Antonio Seccia visibilmente emozionato
Poi due mesi fa la camorra è tornata a colpire incendiando il suo locale . Oggi però la rinascita e con la riapertura delle serrande, anche la Chiesa ha espresso solidarietà. Il cardinale Crescenzio Sepe ha infatti voluto essere presente all’evento recitando una preghiera di benedizione esortando tutti a prendere esempio dal signor Seccia senza lasciarsi prendere dalla paura: « Noi tutti siamo vicini a questa famiglia onesta e coraggiosa e insieme dobbiamo restare uniti per non darla vinta alla malavita».
Presente anche il Prefetto di Napoli Alessandro Pansa:« Lo stato è sempre pronto ad agire in maniera tempestiva come lo è stato in questa circostanza. La commissione del Ministero dell’interno è riuscita a finanziare la riapertura del bar in pochissimi giorni ma questo è possibile solo quando ci sono imprenditori e commercianti coraggiosi che non hanno paura della camorra e che vogliono svolgere la loro attività nella legalità. In questo momento lo Stato ha riportato una bella vittoria e chiunque avesse difficoltà di questo genere deve sapere che le istituzioni gli saranno vicine in maniera realmente efficiente». Dello stesso parere la coordinatrice dell’associazione Antiracket Silvana Fucito: « Stasera abbiamo avuto la conferma che lo stato c’è. Non ci sono stati intoppi nella procedura e nel giro di 47 giorni il signor Seccia ha potuto riaprire il suo bar usufruendo del risarcimento previsto dalla legge 44 e rendendolo ancora più bello di prima. Il tutto alla presenza dello Stato e della Chiesa.
Questa è la dimostrazione che oggi ci sono tutte le condizioni per ribellarsi al racket, chi non lo fa non ha scusanti. Il pizzo è un male di tutti e non solo dei commercianti e tutti insieme dobbiamo prendere esempio da quanti hanno deciso di contare sull’appoggio dello Stato per affrontare il problema».
Anche il leader dell’Associazione Antiracket, Tano Grasso ha espresso la sua soddisfazione:«Il 18 febbraio ha cancellato il 1° gennaio nel senso che oggi si è data la dimostrazione concreta che in questa città se c’è qualcuno che è vittima di estorsione non resterà solo perché troverà accanto il sostegno dell’Associazione Anti- Racket e delle istituzioni. Il nostro grande punto di forza è garantire assistenza e sostegno concreto a lungo termine, quando cioè aldilà del clamore mediatico, il nostro aiuto diventa ancora più importante».
Infine il commento del signor Antonio Seccia visibilmente emozionato: «Quando dopo tanti anni di sacrifici vidi il mio bar completamente distrutto dalle fiamme rimasi senza parole. Ero immobile e mi sentivo inerme poi però mi è salita dentro una rabbia molto forte che si è trasformata in forza. La mia famiglia mi ha dato tanto coraggio e così ho deciso di fare qualcosa per non buttare al vento tutto quello per cui avevamo lottato. Oggi sono molto emozionato e felice. Il mio bar è più bello di prima e tante persone mi sono state vicine in questa battaglia continuando a frequentare il nostro bar. Spero davvero che questa terribile avventura sia finita per sempre».