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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Addio Luigi Necco. La sua vita tra calcio, archeologia e politica

Carattere burbero e severo. Sul lavoro come nella vita Luigi Necco non aveva peli sulla lingua. Se c'era da sbraitare, litigare, alzare i toni certo non si tirava indietro. Per poi riderci su subito dopo. Il giornalista partenopeo si è spento nella notte all'età di 83 anni. 

Amava spiazzare con l'ironia. Sono passate alla storia le sue frasi pungenti durante i collegamenti con 90° Minuto per i giornalisti più giovani è stato un modello da seguire. "Milano chiama, Napoli risponde" una delle sue espressioni più celebri, Necco riusciva a difendere i valori del Sud anche parlando di calcio. Ha raccontato del Napoli di Maradona, dei due Scudetti, ma la sua vita non era fatta di solo palllone. Tutt'altro. Cultura sconfinata, un'immensa passione per l'archeologia che lo portò a ritrovare il tesoro di Heinrich Schliemann quasi un secolo dopo che se ne erano perse le tracce.

Nel 1980 fu sparato alle gambe da emissari di Raffaele Cutolo. La sua colpa era stata quella di interessarsi della medaglia che l'allora patron dell'Avellino, Antonio Sibilia, regalò al leader della Nuova camorra orgnizzata durante il processo. Una vita in Rai, ma Luigi Necco non si è fermato nemmeno dopo la pensione. Negli ultimi anni della sua carriera ha ideato e condotto L'Emigrante, su Canale 9. Sempre con il suo piglio, sempre portando avanti le sue battaglie e spiazzando tutti con l'ironia. 

(La traccia musicale è "Tomorrow" da bensound.com)

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