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Massimo Romano

Giornalista-videomaker

Napoli 33, l'era Mazzarri: la presa di Torino, l'urlo The Champions, la Coppa Italia

Dal 2009 al 2013, con il tecnico toscano in panchina, gli azzurri hanno vinto un trofeo dopo 22 anni, hanno battuto la Juve in casa dopo 21, sono tornati in Champions e hanno raggiunto il secondo posto in classifica.

Dopo un deludente 12esimo posto e l’esonero di Reja, nell’estate 2009 il Napoli prepara il suo rilancio con Roberto Donadoni. Servirà, però, un cambio in panchina dopo poche giornate a dare la spinta per aprire una pagina lunga quattro anni di record e successi

2009-2010

Si riparte da un mercato importante, il migliore dal ritorno in serie A. Arriva il nuovo titolare della porta: Morgan De Santis. Con lui, Hugo Campagnaro, il talentuoso colombiano Zuniga e, soprattutto, il figliol prodigo Fabio Quagliarella. A questi, si aggiunge lo sconosciuto Hoffer, attaccante pescato in Austria. Acquisti che si integrano a un’ossatura che vede ancora Cannavaro, Aronica, Maggio, Gargano, Pazienza, Datolo, Hamsik, Lavezzi e Denis mentre lascia un altro pezzo di storia: il capitano Ciccio Montervino.

L’inizio di Donadoni è disastroso. Nelle prime sette giornate il Napoli perde quattro partite e ne vince solo due. La società è una polveriera. Il 15esimo posto in classifica, in piena lotta per non retrocedere, spinge De Laurentiis a compiere una rivoluzione via l’ex ct della Nazionale e il dg Pierpaolo Marino. A gestire l’area tecnica arriva Riccardo Bigon e per la panchina viene scelto Walter Mazzarri, reduce da grandi stagioni con Reggina e Sampdoria. 

Il tecnico toscano mette fuori Cigarini, inventa Aronica quinto a sinistra, piazza Gargano e Pazienza davanti alla difesa e Hamsik e Lavezzi alle spalle di Quagliarella, lasciando Maggio libero di correre a destra. E’ un Napoli tutto nervi e ripartenze, con lampi di classe cristallina. Mazzarri vince in casa contro il Bologna al 91esimo, a Firenze all’88esimo e contro il Milan recupera da 0-2 a 2-2 dal 90esimo al 93esimo, con Denis che fa crollare il San Paolo.  

Il 31 ottobre 2009, l’allenatore scrive la prima pagina di storia azzurra. Il Napoli è ospite della Juventus all'Olimpico di Torino. Al minuto 55 i bianconeri sono avanti di due gol grazie a Trezeguet e Giovinco (su regalo di Contini). A cambiare il match è il protagonista inatteso: Jesus Datolo. L’argentino entra e serve ad Hamisk l’assist per il primo gol. Dopo poco, su azione d’angolo sigla il pari. A 9 minuti dalla fine entra anche nell’azione che porta Hamsik a segnare il 2-3 a definitivo: dopo 21 anni il Napoli vince a Torino.

Mazzarri sembra avere la bacchetta magica: inanella 15 risultati utili consecutivi e porta la squadra dal 15esimo al quarto posto, in piena zona Champions. Nasce il Napoli dei titolarissimi, termine ideato dallo stesso allenatore per indicare i suoi fedelissimi. Il mercato invernale regalerà al tecnico il terzino sinistro agognato: Andrea Dossena dal Liverpool. Ma tra fine gennaio e fine marzo gli azzurri accusano una flessione e in otto gare rastrellano appena sei punti. Trovano la forza di risollevarsi di nuovo al cospetto della Juventus, che al San Paolo passa in vantaggio ma poi incassa altri tre gol. Alla fine, la classifica dice sesto posto e ritorno in Europa.

2010-2011

Il mercato estivo 2010 porta all’ombra del Vesuvio il giovane Edinson Cavani, esterno d’attacco del Palermo. Con lui, vengono chiuse operazioni minori per ampliare la rosa: Cribari, Yebda, Lucarelli e il principito Sosa dal Bayern Monaco. Il Napoli è impegnato nel preliminare di Europa League contro l’Elfsborg. L’1-0 al San Paolo lascia aperti i giochi e, come se non bastasse, nella notte svedese del 26 agosto esplode il caso Quagliarella: è stato ceduto alla Juventus. Il giocatore verrà accusato di tradimento e soltanto anni dopo verrà fuori la verità: Quagliarella è stato costretto a fuggire di Napoli perché perseguitato da uno stalker. Nell’incredulità generale, Mazzarri schiera un tridente con Hamsik e Lavezzi a supporto di Cavani. La delusione dura 29 minuti, il tempo che serve all’uruguaiano per segnare il primo gol in maglia azzurra. Passano altri 9 minuti e il Matador fa doppietta. Nascono i tre tenori, Napoli ha trovato il suo nuovo idolo.

In campionato la regolarità della squadra è impressionante. Da novembre in poi, non scenderà mai sotto il quarto posto. Mazzarri scopre Camilo Zuniga come esterno sinistro del suo centrocampo a cinque. Nel girone di andata spiccano le vittorie su Roma (2-0) e Juventus (3-0, tripletta di Cavani). Resta memorabile, per le emozioni più che per il gioco, la partita in casa con il Lecce, con Grava a salvare sulla linea di porta e sul ribaltamento Cavani che segna il gol vittoria dopo aver superato quattro avversari. Al giro di boa, Cannavaro e compagni sono secondi a soli quattro punti dal Milan di Ibrahimovic.

In Europa League, il Napoli stenta. Pareggia con Utrecht, Steaua Bucarest e Liverpool, poi perde in casa dei Reds, con i tre gol di Gerrard che capovolgeranno il momentaneo vantaggio di Lavezzi. Servirà una tripletta di Cavani per strappare un nuovo pareggio all’Utrecht, avanti 3-1, e giocarsi tutto contro la Steaua nell’ultimo turno. Al 92esimo minuto, il risultato è ancora 0-0, ma da un’azione d’angolo spunta Cavani che segna il gol che porta la squadra ai sedicesimi di finale.

Il girone di ritorno in campionato non tradisce le aspettative. Il Napoli lotta con l’Inter per il secondo posto. Batte le Roma anche all’Olimpico. Il 3-0 subito a Milano sancisce il definitivo addio al sogno scudetto. Ma resta memorabile il rocambolesco 4-3 alla Lazio con gol nel finale del Matador. Solo un passaggio a vuoto nelle ultime sei giornate, in cui ottiene 5 punti su 18 relega la squadra di Mazzarri al terzo posto. Ma il tecnico scrive ancora una pagina di storia: il pareggio 1-1 con l’Inter al San Paolo, alla penultima giornata, sancisce la matematica qualificazione in Champions, la prima dopo Maradona, quando ancora si chiamava Coppa Campioni.

2011-2012

La Champions non è l’Europa League e De Laurentiis lo sa. Motivo per cui, il Napoli appare molto attivo sul mercato. Difesa e centrocampo cambiano volto. Arrivano Britos, Fernandez, Fideleff, Inler, Dzemaili e Donadel. La società si muove anche in attacco. Santana e Chavez non convincono la piazza, ma a fine mercato sbarca all’ombra del Vesuvio Goran Pandev, una delle stelle del triplete dell’Inter, che punta a diventare il quarto tenore.

I partenopei vincono le prime tre ma a un inizio scoppiettante seguiranno mesi difficili. Dalla quarta alla diciannovesima giornata il Napoli vince solo quattro partite. Alla fine del girone di andata sarà settimo. In compenso, la Champions è un tripudio di emozioni. Il girone è di quelli che fanno tremare i polsi con Manchester City, Bayern Monaco e Villareal. Nel debutto del 14 settembre 2011 arriverà un pareggio in casa dei Citizens di Balotelli e Mancini, mentre il 27 settembre il San Paolo fa conoscere al mondo l’urlo che fa tremare i sismografi e batte 2-0 gli spagnoli. Con il Bayern è pari a Fuorigrotta e sconfitta di misura (3-2) in Germania. Il capolavoro la squadra lo compie al ritorno contro il Manchester, quando la doppietta di Cavani regala un sogno che diventerà realtà dopo lo 0-2 in Spagna. Gli ottavi di Champions non li aveva raggiunti neanche Maradona.

L’urna sorteggia un’altra inglese: il Chelsea. Per la partita d’andata il San Paolo si presenta nella sua versione migliore e il Napoli non tradisce le attese. I Blues vanno in vantaggio con Mata, ma poi si scatenano i tre tenori: doppi Lavezzi, intervallato dalla rete di Cavani. Nel finale, Maggio ha l’occasione per il quarto gol, ma a porta quasi spalancata fallisce. Nelle due settimane che trascorrono prima del ritorno a Londra, il Chelsea cambia guida tecnica: al posto di Villas Boas arriva l’italiano Di Matteo. I partenopei si trovano di fronte una squadra diversa, più quadrata, che con Drogba e Terry si porta sul 2-0. Nella ripresa, il siluro da fuori area di Inler regala al Napoli il virtuale passaggio ai quarti. Ma dura solo 20 minuti. Al 75 Frankie Lampard segna il rigore del 3-1 dopo un ingenuo fallo di mano di Dossena. Ai supplementari, sarà la rete di Invanovic a spegnere le speranze.

In Campionato, la squadra cerca di risalire la china e i risultati sono migliori, soprattutto grazie alle cinque vittorie consecutive tra febbraio e marzo. Il mercato invernale ha regalato l’arrivo di Edu Vargas. Spiccano l’1-0 contro l’Inter e il 6-2 al Cagliari. Il cammino però resta incostante e alla fine il Napoli fallisce la qualificazione alla massima competizione europea. Quinto posto e ritorno in Europa League al termine di un campionato dominato dalla Juventus di Conte, che vede Cavani segnare 23 gol (33 in totale).

Ma la stagione non è ancora terminata, perché in Coppa Italia il Napoli, dopo aver eliminato Cesena, Inter e Siena, si presenta in finale contro la Juventus che in patria non ha ancora perso una partita. All’Olimpico di Roma, però, i pronostici sembrano capovolgersi. Il Napoli è debordante e nella ripresa segna prima con Cavani e a sette dalla fine Marek Hamsik chiude il conto. I napoletani festeggiano la quarta Coppa Italia e il primo trofeo dopo 22 anni.

2012-2013

L'estate 2012 si apre con uno degli addii più dolorosi della storia azzurra. Il Psg paga la clausola rescissoria di circa 30 milioni di euro per portare l’argentino a Parigi. Per i napoletani è un colpo durissimo anche perché la società non lo sostituisce. Pandev viene promosso titolare e viene confermato un giovane talento azzurro, reduce da una straordinaria stagione in serie B nel Pescara di Zeman: Lorenzo Insigne.

Va via anche Gargano, direzione Inter, sostituito dall’arrivo di Valon Behrami, svizzero come Inler e Dzemaili. Per il resto la squadra resta la stessa. Arriva solo qualche rincalzo: Gamberini, Rolando, Mesto, El Kaddouri. Nulla che accenda l’entusiasmo della piazza. A questo si aggiunge quella che per i napoletani passa alla storia come lo scippo di Pechino. Un arbitraggio a dir poco discutibile decreta la vittoria della Juventus nella finale di Supercoppa italiana per 4-2. Nel Napoli verranno esplulsi Pandev, Zuniga e Mazzarri. De Laurentiis ritira la squadra dalla cerimonia di premiazione.    

Ma appena inizia il campionato, lo scetticismo lascia il posto all’entusiasmo. Il Napoli sembra più forte di quello di due anni fa. Cavani è un’ira di Dio. Insigne segna il primo gol in serie A alla terza giornata contro il Parma. Solo la Juventus corre più veloce degli azzurri e, infatti, contro la Vecchia Signora arriva la prima sconfitta all’ottava. Il girone di andata si chiude con il 4-1 alla Roma e il secondo posto.

In Europa, i partenopei zoppicano ma riescono a passare il girone come secondi. Decisiva la vittoria in rimonta per 4-2 in casa contro il Dnipro, con quattro gol del Matador, gli ultimi tre siglati tra il 77esimo e il 93esimo. Durante la telecronaca Sky Riccardo Trevisani perde il controllo e urla “E’ un mostro, è un mostro”. Purtroppo, l’assenza di seconde linee adeguate penalizzerà nuovamente la squadra. Ai sedicesimi di finale, con Gamberini, Rolando, Britos, Donadel ed El Kaddouri la squadra di Mazzarri perde 0-3 in casa contro il modesto Victoria Plzen e al ritorno ne prenderà altri due per un indecoroso 5-0.   

In Campionato è tutta un’altra musica. Il ritorno è ancora meglio dell’andata. Le sconfitte sono solo due: la prima, a sorpresa, in casa del Chievo; la seconda, ininfluente, contro la Roma all’ultima giornata. Qualche pareggio di troppo nella fase centrale, però, rende impossibile la rincorsa alla Juventus, che vince il secondo Scudetto consecutivo con 9 punti di vantaggio. Poco male, perché per il Napoli è un’altra stagione da record: secondo posto e Cavani capocannoniere con 29 gol (38 totali). Entrambe le cose non si verificavano dai tempi di Maradona.

Ma per la felicità ci sarà poco spazio. All’orizzonte c’è una nuova estate turbolenta, fatta di litigi, veleni e addii. Mazzarri viene dato vicino all’Inter, Cavani ha le valigie pronte. Dall’altro lato, Castelvoturno sta per dare il benvenuto a un allenatore spagnolo famoso nel mondo e alla campagna acquisti più importante della storia del club. 

Le puntate precedenti di Napoli 33

Il dopo-Maradona

La prima retrocessione

La risalita in A e la nuova retrocessione

Il fallimento

La nascita della Napoli Soccer

La cavalcata di Edy Reja dalla C all'Europa

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