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Giovedì, 25 Aprile 2024
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In 10 giorni una scultura dedicata a Maradona

Il noto artista Sepe termina, in pochi giorni, il monumento che omaggia il talento del El Diez: “L’ho rappresentato quasi come Apollo per restituirgli la sua grandezza calcistica”

Lo scultore napoletano Domenico Sepe ha raggiunto il suo obiettivo: realizzare in 10 giorni un monumento che rappresenta il talento immenso di Diego Armando Maradona come sportivo.

Un tributo di devozione e gratitudine a cui Sepe ha lavorato instancabilmente, chiudendosi nel suo studio di Afragola per portare a termine, l’opera iniziata 10 giorni prima per legarla simbolicamente al numero 10 che apparterà sempre a El pibe de oro.

Una scultura monumentale in bronzo di due metri d’altezza, concepita seguendo i canoni dell’iconografia classica mettendo in risalto solo ciò che conta, l’agone e la nobiltà dello sport. Un modo per celebrare Maradona, spazzando via tutte le zone d’ombra sulla sua morte e gli episodi di cronaca e gli scandali che mettono in secondo piano il suo talento da campione.

L’intervista

Sepe, la scultura è stata realizzata in tempo record. Qualche giorno fa hai proposto ai tifosi tre bozze. Quale è stata scelta?

“Alla fine ho seguito il cuore. Mi sono ispirato alle divinità greche. Lui, in primis, era un atleta ed è riprodotto come un discobolo. Un Diego Armando Maradona dinamico che insegue il pallone che ha questo slancio in avanti e sembra corre verso infinito”

Per realizzarla ti sei ispirato ai canoni dell’arte classica. Le statue che rappresentavano gli Dei erano rappresentate come gli atleti. In questo caso, il protagonista è un atleta. Ce lo spieghi?

“Esatto! Infatti, abbiamo due elementi che si intrecciano: l’atleta che diventa come una divinità greca. Uno degli elementi più interessanti della classicità scultorea è il movimento. La raffigurazione di un atleta agevola la mia rappresentazione. Oltre alla reale somiglianza dei tratti del viso, ho cercato di esaltare la sua fisicità, accentuando lo slancio che prende il suo corpo. Il concetto è puramente greco”.

Da quando ha dichiarato pubblicamente l’intenzione di fare quest’opera che omaggia Maradona e il suo talento è avanzata l’idea di una costituzione di un comitato di supporto. Come sta procedendo?

“Sicuramente un aiuto che mi sostenga sarebbe importante, ma ciò che desidero è donare l’opera al popolo napoletano. Io sto facendo tutto con il cuore, non per business. L’ho fatto, soprattutto, per restituire a Maradona la sua grandezza calcistica e agonistica, perché lui ha solo dato ricevendo ben poco dalla vita”.

Il ricordo più forte che ti ha guidato durante la realizzazione della scultura?

“Andare da bambino, insieme a mio padre allo Stadio San Paolo per vederlo giocare. In campo faceva sognare tutti. Per noi bambini era una speranza di vittoria. Avevo circa 10 anni e per me era come un eroe che sfidava il potere. La spinta emozionale è stata fornitissima nella realizzazione di questa scultura. La notizia della morte è stata la scintilla che ha acceso la mia ispirazione. Ho tirato fuori tutta la mia forza e in soli 10 giorni ho creato quest’opera. Ora che vedo l’opera qui, davanti a me, non so nemmeno io come ci sia riuscito a farla in così breve tempo”.

Si parla di un museo all’interno dello stadio San Paolo-Maradona. Potrebbe essere una naturale collocazione per la tua opera?

“Le dimensioni e il concetto che ho applicato a questa scultura è monumentale. Il concetto del bronzo che resiste alle intemperie è concepito per stare all’esterno. Deve essere vista da tutti. C’è stato qualche contatto ma non mi sono proposto alle istituzioni perché, per ora, ho voluto agire e ieri ho terminato quest’opera monumentale. Io sono a disposizione…”

Pensi di aprire il tuo studio al pubblico per farla vedere ai fan?

“Ho deciso di fare una presentazione del modello per mostrarla al pubblico. La farò nella mia bottega dove ho sudato e lavorato duro. Probabilmente sarà attraverso una diretta social in modo che coloro che mi seguono e che amano il Napoli possano vederla”.

Un omaggio in bronzo che raffigura Maradona mentre compie una delle sue leggendarie azioni in campo. Un modo che lo celebra e lo allontana anche dal clamore e dai buchi neri che continuano a esserci attorno alla sua morte.

“Assolutamente sì! Io l’ho quasi concepito come se fosse un Apollo. Al centro ci sono solo lo sport e l’agonismo. La mia scultura allontana tutte le notizie e le vicende degli ultimi giorni e che mettono in secondo piano il suo essere stato un grande atleta”.

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