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Scontri Inter-Napoli, arrestato il capo ultras dei nerazzurri

L'ipotesi degli inquirenti è che Marco Piovella possa aver organizzato il raid ai danni dei partenopei, tragicamente conclusosi con la morte di Daniele Belardinelli

L'agguato ai tifosi del Napoli all'esterno di San Siro, costato la vita al 38enne Daniele Belardinelli, ha portato all'arresto del capo ultras interista Marco Piovella, indicato da uno degli arrestati come l'organizzatore dell'assalto. Piovella si era presentato spontaneamente, lo scorso sabato, in Questura.

Prosegue intanto l'inchiesta su quanto avvenuto la sera del 26 dicembre a Milano. Non si è ancora trovato il conducente del suv che ha travolto Belardinelli – tifoso del Varese, come altri radunati al fianco degli interisti insieme ad alcuni ultras del Nizza.

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A fare il nome di Piovella è stato il più giovane degli ultras arrestati, in totale tre. Il capo della frangia di tifosi dell'Inter era già stato assolto, 10 anni fa, per la vicenda del bengala lanciato contro il portiere del Milan Dida in un derby di Champions avvenuto il 12 Aprile 2005.

Nel frattempo i tifosi arrestati hanno dichiarato di esser stati presenti agli scontri ma di non aver avuto alcun contatto con i napoletani, mentre Piovella di chiara di aver partecipato ma di non aver organizzato quanto accaduto. Emergono nuoavi particolari sull'agguato: gli ultras dell'Inter, ma anche di Varese e Nizza – oltre cento persone – erano armati di bastoni, mazze e spranghe. Si trattava di un piano ben definito, con tanto di autisti che, all'esterno di un locale, avrebbero fatto salire quattro ultras a bordo di ogni auto con gli altri invece diretti sul luogo prefissato per l'assalto a piedi.

Scontri: la dinamica della morte di Belardinelli

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