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Di Gennaro: Partita difficile all’Olimpico ma il Napoli non sbaglia contro le grandi

Intervista al giornalista Rai sul match contro la Roma

Momento delicato in casa Napoli dopo il pareggio interno contro l’Atalanta nel secondo turno infrasettimanale della stagione e le roventi polemiche scaturite per la mancata concessione del rigore sul contatto Kjaer-Llorente. Gli azzurri hanno perso al momento il quarto posto e sono stati raggiunti in quinta posizione dal tandem Lazio-Cagliari.  In questi casi tornare subito in campo costituisce la medicina migliore anche se il calendario riserva la difficile trasferta all’Olimpico contro la rinnovata formazione giallorossa che punterà al terzo successo consecutivo per allungare il vantaggio sui diretti rivali e consolidare la posizione appena conquistata. Fondamentale ripartire dalla rabbia accumulata nei minuti finali della gara contro gli orobici per trasformarla in volontà di vittoria in un tipo di partita nel quale la squadra di Ancelotti, fermato per un turno dal giudice sportivo dopo il rosso mostratogli mercoledì da Giacomelli, solitamente si esalta e tira fuori le migliori prestazioni.  Da questa constatazione parte l’interessante riflessione sull’universo partenopeo del giornalista Rai Dario DI Gennaro.

Il pareggio con l’Atalanta lascia l’amaro in bocca soprattutto per il contestato epilogo finale. Da dove riparte il Napoli?

È un Napoli che deve ripartire dalla rabbia accumulata nei minuti finali e dal senso di aver ricevuto un’ingiustizia e da lì trasformarla in volontà di vittoria contri un’avversaria difficile perché la Roma gioca bene a calcio anche se si tratta del tipo di partite che la squadra di Ancelotti ama giocare e in cui difficilmente sbaglia, non dimentichiamo mai a tale proposito la prova contro il Liverpool al debutto stagionale in Champions.

Quali sono, a tuo avviso, le cause del rendimento alterno che la squadra ha fin qui evidenziato?

Forse solo Ancelotti potrebbe spiegarci le reali cause alla base di questo momento problematico. Da osservatore esterno potrei indicare il turnover in alcune occasioni eccessivo che porta la squadra a non avere i giusti sincronismi. Credo, che rispetto anche alle dirette concorrenti o a formazioni meno attrezzate sul piano tecnico, manchi una leadership trascinante e motivante per la squadra. Lo stesso allenatore ha più volte definito il suo come un gruppo di gran qualità ma che pecca sul piano del carattere.

Il distacco dalla vetta è già al momento significativo. Discorso lotta per lo scudetto già compromesso dopo meno di un terzo di stagione?

Otto punti di ritardo in dieci giornate sono tantissimi. Mi auguro che per le difficoltà che la Juventus sta evidenziando, sofferto ed in extremis il successo dei bianconeri su un Genoa in dieci per quaranta minuti, ma al momento non posso immaginare il Napoli in corsa per lo scudetto. Credo anzi che gli azzurri debbano guardarsi le spalle per blindare il piazzamento tra le prime quattro, quello che forse rappresenta la vera priorità per la società. Doveroso notare che alle difficoltà in campionato fa da contraltare il buon avvio in Champions, competizione nella quale un successo sul Salisburgo consentirebbe di chiudere il discorso qualificazione già martedì.

La squadra sembra soffrire in maniera particolare quando non riesce ad eludere il primo pressing avversario e a prendere l’iniziativa. Quali correttivi tattici può apportare Ancelotti per superare il problema?

Siamo nell’ambito del discorso tattico o delle indicazioni ricevute dallo staff tecnico. Il Napoli di Sarri era maestro nell’uscire in palleggio dalla propria area con passaggi di prima ma questa eredità, soprattutto nella seconda parte della scorsa stagione, è stata cambiata. La squadra fa ora fatica ad uscire, c’è meno precisione e una minor presenza del compagno in zona palla per dettare il passaggio, fattori alla base dei numerosi palloni persi. Credo che in alcuni frangenti bisognerebbe avere la capacità di spazzare il pallone per alleggerire la pressione anche se una simile scelta sul piano qualitativo costituisce una significativa regressione. Manca forse qualcosa nella giocata individuale che non ti dà possibilità di sbloccare la gara o con un tiro dal limite o con un calcio di punizione.

Domani all’Olimpico lo scontro diretto con la Roma. Che tipo di partita possiamo aspettarci?

La Roma è una squadra dalla propensione offensiva che potrebbe scegliere di aggredire la difesa partenopea allo scopo di evidenziarne le difficoltà sia in termini qualitativi che numerici viste le diverse assenze e può sfruttare a proprio vantaggio la bravura nel gioco sulle fasce. Dzeko è sempre pericolosissimo ed è capace di mettere in porta il pallone anche se ne tocca uno solo nei novanta minuti. Ribadisco però che è una partita da Napoli, che la squadra di Ancelotti può fare sua e potrebbe essere decisa anche da un solo gol.

Quanto pesa, soprattutto in fase di non possesso, l’assenza dell’infortunato Allan?

Tantissimo, è uno dei giocatori poco premiati ma offre un contributo determinante perché svolge un gran lavoro di cucitura tra i reparti. Mi auguro che Elmas, elemento che ha caratteristiche di base diverse, impari presto questo tipo di ruolo, si tratta di un’assenza davvero pesante anche se fortunatamente dovrebbe essere limitata alle prossime tre uscite. Mi aspetto il macedone perno basso a protezione della difesa e se il mister dovesse optare per questa soluzione per lui rappresenterebbe una bella prova di maturità.

Fonseca ha conferito già una precisa identità di gioco alla sua squadra nonostante le numerose assenze. Quanto può crescere ancora il rendimento della Roma?

A mio parere può crescere parecchio. L’Europa League è una competizione più stancante della Champions in termini di margini temporali ridotti per recuperare le energie. I margini sono ampi. Fonseca sa mettere i giocatori al posto giusto in base alle loro caratteristiche, dote sempre positiva. In questo il portoghese mostra l’adattabilità delle sue idee alle peculiarità della rosa a disposizione mentre il suo rivale, al contrario, tende ad adattare gli elementi dell’organico alla propria idea di calcio.

A centrocampo si sfideranno Fabian Ruiz e Zaniolo, due talenti cristallini. Un tuo parere sui due giovani campioni.

Si tratta di un gran bel duello anche se ultimamente Zaniolo gioca più da trequartista o da seconda punta ed è più prolifico. Ruiz è molto più centrocampista anche se vede altrettanto bene la porta come testimoniano le realizzazioni fin qui messe a referto. Lo spagnolo si accende ad intermittenza perché disputa sempre una buona prestazione ma senza accompagnarla con la giocata risolutiva mentre il gialorosso quando è in giornata fa la differenza per i suoi.

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